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Friuli Venezia Giulia, gli omofobi chiedono alla Lega di uscire dalla rete antidiscriminazioni

Le prime possibili conseguenze della vittoria del partito di Matteo Salvini alle ultime regionali.

Lega Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga Matteo Salvini
< 1 min. di lettura

Anche il Friuli vira a destra e le sirene omofobe non tardano a farsi sentire: la regione abbandonerà la rete READY?

Con l’insediamento di Massimiliano Fedriga al Palazzo del Lloyd a Trieste, il Friuli Venezia Giulia passa a guida centrodestra. E le prime conseguenze per la comunità LGBT potrebbero non tardare ad arrivare.

Dal mondo dell’integralismo cattolico è arrivata la richiesta al neogovernatore di far uscire la regione dalla Rete RE.A.DY., la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Un network che sviluppa buone pratiche tra le istituzioni a livello locale per rispondere ai bisogni della comunità LGBT e favorirne l’inclusione.

La richiesta è arrivata a Fedriga via Twitter da Filippo Savarese, uno dei membri del famigerato bus arancione CitizenGo di Ignacio Arsuaga, che attraversa le città per mettere in guardia i genitori dal ‘pericolo gender’ e tutelare modelli educativi binaristi e omofobi.

La speranza è che il governatore Fedriga non raccolga l’invito, nonostante la Lega abbia ormai scelto di integrare nella sua piattaforma le istanze più omofobe e retrive del cattolicesimo, come dimostra la candidatura, poi risultata vincente, di Simone Pillon al Senato della Repubblica.

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