Secondo la ministra Eguenia Roccella l’Italia “non è un Paese omofobo”, eppure nel Paese reale l’omotransfobia continua ad essere una piaga quotodiana. L’ultima storia di abusi arriva da Frosinone, come riportato da Marina Mingarelli su IlMessaggero.
Liliana, nome di fantasia, ha 20 anni ed è lesbica. Quando sua madre scopre il suo orientamento sessuale per Liliana inizia l’inferno. La donna, per impedirle di vedere la fidanzata, la chiude a chiave in camera sua, la picchia. Nel corso di un furente litigio la donna la prende per i capelli, a schiaffi, le dà della puttana, le sputa in faccia e le dice che si vergogna ad avere “una figlia così“, preferendo la sua morte. Un inferno casalingo viziato anche dall’alcool, che annebbia tanto la madre quanto il compagno di quest’ultima. Ogni pretesto è buono per scatenare l’incubo. L’orientamento sessuale di Liliana diventa così grimaldello quotidiano per spalancare la porta dell’odio.
Liliana riesce a scappare, telefonando al padre per raccontargli quanto avvenuto. L’uomo contatta un avvocato e denuncia l’ex moglie. La donna e il convivente sono stati ora rinviati a giudizio per maltrattamenti aggravati dalla parentela.
Visibilmente scioccata da quanto avvenuto, Liliana vive ora a casa della fidanzata che ama e ha trovato lavoro, ma è terrorizzata dalla sorte dei due fratellini, entrambi minorenni, rimasti in quella casa, al cospetto di una donna violenta, attesa in tribubale per la prima udienza il prossimo giugno.
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