"Un’icona gay è principalmente un idolo ma anche un punto di riferimento, un’ispirazione". Così Michele Moricci, disegnatore e illustratore fiorentino, definisce il concetto più inflazionato ma in realtà controverso della queer theory, quello che lo studioso Richard Dyer fa nascere trent’anni fa come "una delle principali forme per rendere l’omosessualità visibile, solo in tempi recenti diventato un business". L’occasione per rifletterci e discuterne sarà la mostra "Gaycon" di Michele Moricci che verrà inaugurata sabato 9 ottobre alle ore 19 presso la sede dell’Ireos, l’associazione culturale queer di Firenze in via dei Serragli 3, quasi una versione pop-graphic della mostra fotografica "Gay Icons" allestita l’anno scorso a Londra presso la National Portrait Gallery, dove era ritratto persino Mandela, per dire l’arbitrarietà del soggetto.
"Un’icona gay è probabilmente anche un appiglio negli anni alla scoperta di se stessi e un mentore durante la ricerca di equilibrio" ci spiega Moricci. "Musica, cinema, moda e arte sono ricchi di riferimenti importanti, personalità diverse e complesse che hanno affermato il proprio status, trovato la propria dimensione e fatto inconsapevole propaganda, diventando bandiere della nostra cultura: frivola, disincantata ma viscerale".
"Tutto è partito col progetto Graphic Pic Shop su Facebook, dove chiunque può richiedere una propria illustrazione handmade e personalizzata – continua Moricci. -. Durante l’estate ho esposto alcune illustrazioni vettoriali presso l’associazione Piazzart a Firenze ed essendo riuscito ad ottenere l’attenzione dei più curiosi, ho pensato che illustrare una realtà gay, a mio modo, fosse interessante. Il mio desiderio è quello di trovare corrispondenze fatte di volti noti e comuni, più comunemente associati alla cultura queer ma che appartengono al mondo globale e alla Pop Culture.
Da qui il titolo anglofilo ‘Gaycon’, contrattura delle parole gay e icon, liberamente ispirato alla cultura usa e getta, alla pop art contemporanea e un tributo alla cultura omosessuale ricca di star schierate dalla nostra parte come Lady Gaga, Cher, Beyoncé, Cindy Lauper e molte altre.
Quando ho proposto di organizzare questa mostra a Silvia Minelli dell’associazione Ireos, una comunità glbt autogestita di Firenze, c’è stata subito grande disponibilità. Così da Firenze parte questo piccolo progetto che vorrei avesse riscontro anche in altre città d’Italia nella reale speranza di trovare una via di comunicazione globale e senza pregiudizi.
La mia ispirazione attinge direttamente dall’essenzialità delle opere di Andy Warhol, dalle immagini fotografiche forti e kitsch di David LaChapelle e dai colori caldi e accesi dell’artista messicana Frida Kahlo, il tutto rivisitato a mio modo, per temi e soggetti. Non manca una struttura illustrativa con radici Manga. Essendo un designer di grafica e moda, mi lascio influenzare dai fashionismi contemporanei sull’onda del gusto ‘Animalier’ e sulla scia della Junkie Art ma tenendo presente una rigorosa iconografia omosessuale".
L’ultima icona gay? Dopo il coming out di Tiziano Ferro la risposta sembra persino superflua ma occhio: spesso le icone gay sono etero e di sesso femminile. E tra le nostrane, sempre citando Ferro, non si può non ammettere che la più rispettata, più amata, più venerata resta lei, la Regina di Saba(to) dell’Empireo Queer, l’ineffabile Raffa.
"Gaycon" è visitabile dal lunedì al giovedì, dalle 18 alle 20, fino a mercoledì 10 novembre. Trovate ulteriori informazioni sul sito di Ireos.