Dentro il Parlamento la giornata è cupa anche se fuori c’è il sole. La proposta contro la gestazione per altri ha serpeggiato per mesi dentro la Commissione Giustizia alla Camera, quasi lontana dai riflettori. Ed oggi è riuscita ad arrivare al voto, previsto per le ore 17, sull’adozione del testo base che darà il via in Aula.
Sarà la sintesi di due testi brevissimi, quasi uguali, che sanciscono la punibilità del reato di maternità surrogata anche se compiuto da un italiano all’estero: prima firma Giorgia Meloni (FdI) e Mara Carfagna (Forza Italia).
Scorriamo la relazione della leader di Fratelli d’Italia «Appare evidente come non sia più possibile lasciare i tribunali soli». Il testo definisce l’utero in affitto «un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche» dove i bambini sono «trattati alla stregua di merci». Ma non solo. «Tutto questo dimostra come la “favola” della madre che generosamente presta il proprio corpo a una donna che non riesce a sostenere una gestazione sia lontana dalla realtà», celando «un mercimonio di madri e di bambini”.
Anche la proposta di legge Carfagna, tuona contro «principio dell’indisponibilità del corpo umano», secondo cui «l’acquisto, la vendita, o l’affitto dello stesso sono fondamentalmente atti contrari al rispetto della sua dignità».
La gestazione per altri è in realtà già vietata in Italia. L’articolo 12 della legge 40 dice che “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro”. Esistono quindi già il carcere e le multe. I disegni di legge fanno un passo in più e prevedono che «Il reato di surrogazione di maternità è perseguibile anche quando è commesso in territorio estero da un cittadino italiano». Da qui l’espressione altisonante e vuota “reato universale”.
Torniamo alla giornata cupa. Il voto in Commissione Giustizia è in bilico. Da questa stanza è passato il ddl Zan emendato dopo giorni di suk, mediazioni, accordi e disaccordi. Se Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia voteranno compatti, in dubbio restano i voti di Italia Viva, Partito Democratico e Movimento Cinquestelle. La posizione del partito di Matteo Renzi è da sempre chiara nelle parole del suo leader: “Sono contento per il figlio di Nichi Vendola, ma sono contrario l’utero in affitto”, dichiarò il 7 marzo 2016 ospite da Barbara D’Urso. E se imprevedibile è la posizione che assumerà il Movimento Cinquestelle, da sempre un turbinio di anime inquiete. A incupire molti parlamentari dem è la scelta del partito di Enrico Letta.
Nonostante tra i banchi della Commissione Giustizia sieda proprio Alessandro Zan, nome di garanzia anche per le Famiglie Arcobaleno, ad oggi, secondo indiscrezioni, la linea del Partito Democratico sarebbe quella di astenersi per non rompere fronti interni molto sensibili sul tema.
Né favorevoli, né contrari dunque. In Commissione Giustizia del resto siedono parlamentari PD dichiaratamente schierati contro la gestazione per altri. C’è Walter Verini, laico favorevole al matrimonio egualitario che ai tempi delle unioni civili si distinse come un grande sostenitore dell’emendamento di compromesso firmato dall’ex Pci Chiti che prevedeva «un’apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio del genitore parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, che attesti che il figlio è nato senza il ricorso a tecniche riproduttive vietate dall’ordinamento giuridico italiano». C’è anche il dem Alfredo Bazoli che firmò insieme ad altri parlamentari una documento contro la nomina di Sergio Lo Giudice a responsabile Pd per i diritti civili, da sempre espressosi a favore della gestazione per altri. “Come spiegherà Enrico Letta questa posizione a Nichi Vendola o a Sergio Lo Giudice entrambi padri di figli nati all’estero attraverso la Gpa?”. E’ la domanda del giorno, risuona nelle stanze del Partito, in attesa del voto che potrebbe bollare come “reato” il desiderio di genitorialità di moltissime coppie eterosessuali e omosessuali.
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