Il Giappone continua ad essere poco inclusivo per le persone LGBT: negli hotel rifiutare le coppie dello stesso sesso è la prassi.
Nonostante esista una legge anti-discriminazione, in Giappone, persino i Love Hotel, l’equivalente dei nostri motel o alberghi ad ore, non accettano di accogliere le coppie gay. Ora però il governo ha deciso di intervenire.
Con una direttiva del ministero della Salute che entrerà in vigore il prossimo giugno, l’esecutivo ha ordinato alle diverse strutture alberghiere nipponiche, hotel, love hotel e ryokan (gli alberghi tradizionali), di non rifiutare gli ospiti “In base al loro orientamento sessuale o identità di genere e avere adeguata cura di loro”.
Sono diversi gli episodi che in passato sono saliti alle cronache: nel 2016 sull’Asahi Shimbun, uno dei principali quotidiani del Paese, due uomini avevano denunciato di essere stati discriminati da un love hotel della prefettura di Osaka, che aveva loro proposto di soggiornare in due stanze separate.
Ora con la direttiva del governo gli ospiti potranno essere rifiutati solo se chiaramente malati e contagiosi, se intendono fare gioco d’azzardo o trattare attività illegali.
Nonostante le pressioni internazionali, il Giappone è l’unico paese del G7 in cui l’omosessualità resta un tabù. Sebbene non vi siano leggi punitive, non vi è alcun riconoscimento delle relazioni gay da parte dello stato. Solo in alcune prefetture del paese sono cominciati ad essere riconosciute le unioni tra persone dello stesso sesso.
© Riproduzione Riservata