La seconda puntata di Music Farm ha segnato l’inizio della vera e propria competizione: resoconti settimanali, sfide in diretta, classifiche e prima eliminazione. A dover lasciare il Loft per prima è Viola Valentino, la ex-diva anni ‘80 su cui si sono concentrate ancora una volta le polemiche di Loredana Berté, l’opinionista sui generis sempre vigile (a patto che non abbia accanto Califano). Leda Battisti diventa “reietta” al posto di Massimo di Cataldo l’escluso dal gruppo, colui che dorme e prova le canzoni da solo e, soprattutto, già in lizza per la prossima eliminazione, in un meccanismo che quest’anno risulta particolarmente “crudele”.
Ancora una volta è in scena la musica, vera protagonista e rigorosamente live: eccezionale infatti l’orchestra che accompagna gli artisti durante ogni loro esibizione e che li aiuta nelle prova settimanale. E altrettanto originali i brani scelti dai cantanti per le esibizioni: almeno per una volta, infatti, ad essere interpretate non sono le solite canzoni da campeggio, che risultano quasi un luogo comune. Tra le scelte di Music Farm troviamo pezzi come Futura, di Lucio Dalla, oppure Knock on wood di Amii Stewart (interpretata da Jenny B, che si mostra ampiamente all’altezza), ma anche Wild Boys dei Duran Duran. Insomma, canzoni che seppur conosciute sono sempre piacevoli da riscoprire.
La Ventura è un’ottima padrona di casa. Si presenta tonicissima, col nastrino intrecciato tra i capelli e un look in bianco, ancora una volta made in Dolce&Gabbana. Sfodera professionalità ed ironia durante tutta la serata, mantenendo il giusto equilibrio tra il prendersi sul serio e lo sdrammatizzare l’intera situazione.
Appare solo un po’ ambigua quando volontariamente pone a confronto il giudizio di Loredana Berté con Viola Valentino
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Appare solo un po’ ambigua quando volontariamente pone a confronto il giudizio di Loredana Berté con Viola Valentino, apparentemente solo per farle riappacificare dopo il litigio della scorsa settimana. Ma, come prevedibile, la reazione della Lola è quasi la stessa: Viola Valentino proprio non le va giù, non ha neanche una parola dolce o di approvazione per lei, tantomeno di “solidarietà”, come le chiede Simona che le ricorda come anche lei avesse fatto delle esibizioni imbarazzanti nei suoi periodi di difficoltà. L’occasione per la Bertè è ghiotta: urlare contro tutti coloro che hanno tentato di affossarla nei suoi periodi neri: «Ne è morta una, affossiamo anche quell’altra» dice Loredana ricordando la tragedia che ha colpito la sorella Mimì. Tuttavia Viola, dal canto suo, sembra preferire il rifugiarsi nel ruolo di vittima piuttosto che controbattere o reagire. Ma l’immagine di sconfitta la caratterizza per tutta la serata: dapprima risulta ultima nella classifica dei perdenti, poi finisce in sfida con Massimo di Cataldo gareggiando per il televoto del pubblico, ma inutilmente. Viola Valentino perde e se ne va dalla gara.
Da sottolineare il fenomeno-Califano: bisogna dirlo, è una colonna portante di questa terza edizione. E’ simpatico, schietto e sincero quasi come un bambino a cui scappano le parolacce. Parla nel sonno mettendo in scena degli esilaranti night-show, ad esempio quando riepiloga la formazione dell’Inter; in più è ricco di quella italianità che piace agli autori e al pubblico. Tuttavia lo riteniamo sopravvalutato, quando ad esempio le sue esibizioni “soffiate” o parlate sono premiate con massimi voti dalla giuria (che al contrario penalizza una validissima Laura Bono) e lo decreta capitano ruolo che gli permette di scegliere i componenti della propria squadra.
Unico difetto evidente della serata: nell’ultima parte, l’esibizione dei cantanti rende il programma lento, quasi come una puntata del Festival di Sanremo in cui le canzoni non finiscono più. Ma nonostante ciò, questa seconda puntata si è seguita persino meglio della prima, che forse risultava anch’essa troppo “ricca”: i filmati riepilogativi della settimana, i medley davvero ben riusciti e la sfida per l’eliminazione hanno creato l’interesse e la suspence necessari per incollare davanti alla tv fino a mezzanotte inoltrata il pubblico.
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di Andrea Marrama
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