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La memoria e la difesa degli artisti queer: intervista a Durk Dehner, compagno di Tom of Finland

Un pene maschile ritagliato e agguantato da un pacchetto di marlboro rosse descrive meglio delle mie parole quanto fosse necessario per quelle generazioni di artisti appropriarsi dei linguaggi e delle icone della comunicazione di massa.

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AllTogether - Tom of Finland Foundation - Supported by Diesel - Curated by The Community
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AllTogether è nel ghetto ebraico di Venezia, a un passo dalla fondamenta dei Ormesini tanto amata dai giovani locali, che qui arrivano con il barchino a sbevazzare a suon di cicchetti. Negli spazi dello Studio Cannaregio – in Calle de la Conterie 1345 -, supportata da Diesel, la mostra è aperta fino al 23 Giugno, e si articola in più sale di esposizione: dipinti, illustrazioni, fotografie, bozzetti, sculture di almeno tre generazioni di artisti, la cui queerness trabocca di erotismo e provocazione.

I muscolosi figurini di Tom of Finland portano a spasso pacchi di genitali strabordanti, quando non al vento: e poi fellatio, natiche, penetrazioni, sottomissioni sessuali, masturbazioni, schizzi di trionfali godimenti e disinibita strafottenza. Ma anche delicati attimi di affettività e purezza.

Insieme ai lavori di Tom, AllTogether porta a Venezia – e dall’8 Maggio a Parigi in Rue Méhul 9 al The Community Centre che ha anche curato questo progetto di valorizzazione di una parte della collezione della Tom of Finland Foundation – opere di artisti che già da tempo conosco e apprezzo (l’illustratrice Silvia Prada, il fotografo Slava Mogutin), ma anche di artisti queer a me sconosciuti.

all together tom of finland diesel venezia
AllTogether -Venezia: Studio Cannaregio, in Calle de la Conterie 1345 – fino al 23 Giugno

E proprio la presenza di artisti altrimenti dimenticati – con tutto il rispetto per le ormai arcinote opere di Tom of Finland – regala allo spettatore della mostra un brivido inaspettato. Grazie al lavoro di Tom e del suo compagno Durk Dehner, la Tom of Finland Foundation da tempo si prende cura delle opere e dei conseguenti diritti di quei talenti queer che negli scorsi decenni, nel silenzio – e nella prospettiva di essere tagliati fuori dal mainstream bigotto e bacchettone – hanno scardinato il conformismo delle nostre società occidentali, quando la queerness era ben lontana dall’essere percepita come occasione di comunicazione per i brand dei consumi.

Mutuo da un artista della mostra un pene maschile ritagliato e agguantato da un pacchetto di marlboro rosse: descrive meglio delle mie parole quanto fosse necessario per quelle generazioni di artisti appropriarsi dei linguaggi e delle icone della comunicazione di massa e introiettarle in un’affermazione espressiva queer, all’epoca dissacrante, spesso considerata sovversiva, talvolta bollata come proibita, non poche volte completamente censurata.

AllTogether - Venezia - Parigi
Un’opera esposta ad AllTogether

 

Qualche sera fa a Venezia fa ho avuto il piacere di partecipare all’opening della mostra, e ho visto quel mezzo genio matto del patron di Diesel, Renzo Rosso, aggirarsi tra le opere e indugiare nelle chiacchiere, dedito a confrontarsi con giornalisti, creativi e viveur accorsi all’evento. Da meno di sei mesi, il nuovo direttore creativo di Diesel è Glenn Martens, già inventore di Y/Project,  ed è stato lui a volere questa mostra. Glenn si sente a casa tra le opere di questi artisti figurativi che dagli anni ’50 hanno dato voce, tratto, luce e colori al proprio anelito libertario. E d’altronde, le collezioni moda di Martens raccontano bene quanto egli sia figlio di quella pop-culture che certi artisti queer hanno di gran lunga anticipato rispetto al ciclone Warhol.

Artisti che la storia avrebbe seppellito nella dimenticanza, in quest’epoca in cui la velocità è ormai una chiave di volta con la quale ogni merito – e ogni diritto d’autore – viene sacrificato sull’altare della comunicazione di massa.

 

Durk Dehner
Durk Dehner

Ne ho parlato proprio con Durk Dehner, che di Tom of Finland è stato non solo compagno, ma partner in crime nel trasformare i lavori di Tom – e in seguito di migliaia di altri artisti – in opere tutelate dal diritto d’autore, per mezzo della  Tom of Finland Foundation.

AllTogether è un po’ una panoramica sugli artisti passati e presenti che abbiamo nella nostra collezione permanente” mi racconta Durk.

 

Durk, quanto è vasta la collezione?

Abbiamo letteralmente migliaia di opere e decine di migliaia di oggetti persino effimeri, apparentemente insignificanti, che arrivano dalle tante tribù di cui è stata ed è composta la comunità LGBTQI+, e che documentano un patrimonio artistico e culturale che oggi è a disposizione degli artisti contemporanei che vogliano esplorare la propria espressione artistica erotica, e creare nuove opere, che a loro volta possano entrare nella nostra collezione.

 

Oggi è ancora più difficile preservare i diritti d’autore. Ci sono nuove tecnologie, penso agli NFTs, ma molti artisti digitali non saranno affatto protetti come lo sono gli artisti della Tom of Finland Foundation: mi pare un disastro per questi nuovi artisti digitali…

Sicuramente l’era digitale pone nuove sfide agli artisti, tuttavia devono essere proprio loro ad essere educati sui propri diritti di proprietà e su come proteggere le loro opere online dall’utilizzo di altri a fini commerciali. Per esempio, un suggerimento è quello di incorporare sempre il proprio nome e logo sulle opere. E poi monitorare sulla contraffazione delle opere a fini commerciali. E questo non è semplice, perché c’è una linea sottile tra i fan che condividono le immagini e l’uso improprio. Gli artisti sono ancora titolari dei diritti d’autore sulle loro opere e quindi detengono tali diritti ed è importante per loro proteggerli. Non è un lavoro facile, ma ci sono agenzie che possono occuparsi della gestione legale, della tariffazione per l’utilizzo delle opere, e questo può rivelarsi non solo un aiuto, ma anche un vantaggio economico per molti artisti.

 

Cosa avevate in ​​mente tu e Tom quando avete fondato la Tom of Finland Foundation?

Inizialmente volevamo semplicemente costruire un rifugio, per garantire che il suo lavoro fosse apprezzato dalle generazioni future e che non fosse dimenticato. Cosa che stiamo facendo con molto successo. Poi man mano abbiamo capito che dovevamo fare in modo che questa grande famiglia di artisti che continuavano ad accettare di far parte della nostra collezione fosse mostrata a un pubblico sempre più ampio, in tutto il mondo. E tutto questo sta accadendo e Tom sarebbe felicissimo di vederlo, anche se ci sono voluti più di 30 anni per realizzarsi davvero.

 

È una storia meravigliosa e questa mostra, insieme a quella di Parigi, è qualcosa di così tangibile da farmi venire i brividi. Insomma: missione raggiunta?

La nostra missione continua: proteggere, preservare e promuovere le arti erotiche. Abbiamo sempre saputo che se la cultura di massa riesce ad accedere alla bellezza, e se lo fa osservando ciò che noi tutti siamo davvero, allora questo mondo può essere un posto migliore, più tollerante.

 

Se oggi avessi davanti a te un gruppo di adolescenti LGBTQIA+, cosa diresti loro per invitarli alla Tom House a Los Angeles o alla mostra AllTogether a Venezia o Parigi?

Io mi sento di spronare tutte le persone LGBTQIA+ a essere curiosi della cultura passata e presente, di prendersi cura degli artisti di oggi, supportare loro e le loro opere e fare ciò che serve affinché trovino la propria strada. Lasciami dire che anche acquistare il catalogo della Tom Of Finland Foundation è una buona idea, o meglio ancora venire alla Tom House a Los Angeles. Mi rendo conto che tutto questo richiede un po’ di soldi, ma tutto inizia con un sogno. Nel mondo ci sono pochi posti che celebrano e incarnano il patrimonio culturale dell’arte queer e noi siamo uno di questi.

 

C’è un tema della memoria per la comunità LGBTQIA+ di tutto il mondo, abbiamo una storia breve e si sta già smarrendo?

Noi siamo un dono per le società, un dono che da poco ha iniziato a realizzarsi in un contesto più ampio. È importante sapere cosa è venuto prima di noi, culturalmente e storicamente. Arricchisce la vita di oggi e speriamo possa, con il riconoscimento e l’acquisizione di un certo potere all’interno delle nostre società, fermare la regressione dei nostri diritti e alimentare la celebrazione di chi siamo come popolo del mondo.

 

 

Artisti presenti alla mostra AllTogether a Venezia e Parigi

A. J. EPSTEIN
AL URBAN
ANDRE
ANNIE SPRINKLE
ATTILA RICHARD LUKACS
AURÉLIEN NOBÉCOURT-ARRAS
BASTILLE
BENÔIT PRÉVOT
BOB MIZER
BRUCE RAPP
CARRINGTON GALEN
CHRIS JOHNSON
DAVE PIBEL
DOMINO
DON BACHARDY
E.M.A. STUDIO
EMMA KOHLMANN
ETIENNE
FLORIAN HETZ
GEORGE QUAINTANCE
GIO BLACK PETER
GOH MISHIMA
GREGORY MASKWA,
HEATHER BENJAMIN
HECTOR SILVA
HIROSHI SHIMOYAMA
JAY JORGENSEN
JEAN FERRARO
JESS SCOTT
JIM FRENCH
JIM SHAW
JOHN WATERS
JOHNNY SMITH
KENNY KNUTSON
KENNETH ANGER
LINK
MARCEL ALCALÁ
MARCELLO LUPETTI
MATT LAMBERT
MICHAEL KIRWAN
MICHAEL REYNOLDS
& MARTYN THOMPSON
MICHEL LAGUERRE
MIGUEL ANGEL REYES
MIKE KUCHAR
MINORU
MR GRUTS
NIGEL KENT
OLAF
ORSEN
PALANCA
PATRICK LEE
PETER BERLIN
PHILIP CORE
PHUC LE
R. DANIEL FOSTER
REX
RICK CASTRO
RINALDO HOPF
ROB CLARKE
SAL SALANDRA
SETH BOGART
SHEREE ROSE
SILVIA PRADA
SIMON HAAS
SLAVA MOGUTIN
STANLEY STELLAR
STEVEN REIGNS
STUART SANDFORD
SULTAN
SUSANNA LUOTO
SUZANNE SHIFFLETT
TANK
TEDDY OF PARIS
THE HUN
TOM OF FINLAND
VALENTINE
VICTOR ARIMONDI
VIKTORIA RAYKOVA
XAVIER GICQUEL

La Tom of Finland Foundation é un’organizzazione no-profit fu fondata nel 1984 da Durk Dehner e Tom of Finland. Lo scopo originale della Fondazione era quello di preservare il vasto catalogo dei lavori di Tom. Diversi anni dopo, l’obiettivo é stato ampliato per offrire un luogo sicuro per tutta l’arte erotica, a causa della crescente discriminazione nei confronti dell’arte che ritraeva comportamenti sessuali o che generava una risposta sessuale. Oggi, Tom of Finland Foundation continua ad educare il pubblico sui valori culturali dell’arte erotica e a promuovere atteggiamenti più sani e tolleranti nei confronti della sessualità.

The Community è un’istituzione d’arte multidisciplinare fondato nel 2016 a Parigi. Dal 2021 ha aperto la sua casa permanente – The Community Centre – nel quartiere di Pantin (nord-est), per continuare a supportare artisti emergenti e affermati grazie a una programmazione interdisciplinare.

 

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