Dopo averlo brillantemente annunciata a Tiziano Ferro, la sindaca di Latina Matilde Celentano ha ritirato il patrocinio della città al Lazio Pride, previsto per l’8 Luglio. La prima cittadina di Latina, città d’origine di Tiziano Ferro, aveva pubblicamente annunciato l’appoggio della sua giunta e del Comune alla parata LGBTQIA+ e con l’occasione aveva anche pungolato Ferro, invitandolo a presentarsi anch’egli al Pride: eloquente la risposta della popostar italiana, padre insieme a suo marito Victor Allen di due bimb*.
Ora la sindaca, obbedendo alle pressioni del suo partito, Fratelli d’Italia, e a quelle dell’associazione cattolica integralista Pro Vita, ha fatto marcia indietro e ha ritirato il patrocinio al Lazio Pride.
Era già accaduto per il Roma Pride. Il sindaco di Roma Francesco Rocca aveva inizialmente fornito il patrocinio alla parata nella capitale, per poi ritirarla in seguito alle forti pressioni ricevute dai quadri alti di d’Italia e dalla lobby catto-reazionaria di Pro Vita. Sia Rocca, sia Celentano hanno fornito la stessa, medesima spiegazione: non sapevano che nei documenti programmatici del Roma Pride e del Lazio Pride ci fossero richieste che vanno contro la normativa vigente, e cioè quella maternità surrogata con gestazione per altri che il partito di Giorgia Meloni vuole rendere reato universale.
Il comportamento della sindaca Celentano ha i contorni grotteschi della pagliacciata di un clown che si distrugge con le proprie mani. Ecco le tappe.
Cosa è successo tra Tiziano Ferro, sindaca di Latina Celentano e Lazio Pride
Dapprima Tiziano Ferro durante un concerto invita i suoi fan a partecipare al Lazio Pride.
Quindi la sindaca di Latina Matilde Celentano coglie brillantemente la palla al balzo e invita Ferro a partecipare al Lazio Pride, magari portando a Latina anche un suo concerto.
A quel punto la sindaca Celentano concede il patrocinio al Lazio Pride, pensando di aver fatto scacco matto a Ferro, senza rendersi conto che un patrocinio, senza l’impegno a convergere sui contenuti del documento programmatico del Lazio Pride, risuona soltanto come una capziosa boutade, oltreché a far emergere un disinvolto e utilitaristico uso delle istituzioni.
Dalla dirigenza locale di Fratelli d’Italia (fonte: Repubblica) si alzano malumori verso Celentano per il patrocinio al Pride.
Anche Pro Vita, la lobby cattolica reazionaria anti-abortista che sui diritti civili detta ordini alla maggioranza di Giorgia Meloni, intima alla sindaca di Latina di ritirare il patrocinio al Lazio Pride.
La sindaca di Latina Matilde Celentano obbedisce e immediatamente ritira il patrocinio al Lazio Pride, spiegando che i contenuti del programma contrastano “con divieti normativi vigenti aventi addirittura natura penale ovvero rilevanti per i canoni di ordine pubblico” e in particolare “il riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali e l’accesso alle tecniche di procreazione assistita anche per le coppie femminili“.
Appena dopo il ritiro del patrocinio, ecco Pro Vita cantare vittoria e mettere il proprio minaccioso sigillo sulla decisione infine assunta dalla politica, che ha ancora una volta obbedito alla lobby catto-reazionaria anti-abortista. Il comunicato suona come una chiara minaccia per le future amministrazioni di destra:
“Speriamo che quello di Latina sia davvero l’ultimo patrocinio concesso a un Gay Pride e poi ritirato da una amministrazione di centrodestra, eletta per difendere la famiglia e la libertà educativa e non per spalleggiare il movimento LGBTQ+”
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