Cosa sta succedendo nel panorama letterario queer del nostro paese? Quali sono le voci della nuova narrativa LGBTQIA+ che dobbiamo tenere sott’occhio? Scopriamole insieme.
1) Jonathan Bazzi
Negli ultimi anni il discorso intorno alle periferie si è fatto insistente e condiviso. Il merito lo dobbiamo in parte alla nuova classe di rapper italiani (su tutti Mahmood e Marracash) e in parte alla nuova generazione di scrittori, che nelle periferie sono nati e delle periferie scrivono. Tra questi, il rozzanese Jonathan Bazzi è quello che più di tutti è riuscito a trovare una voce forte e credibile. Prima con Febbre (Fandango, 2019) – ormai autentico cult – e poi con Corpi Minori (Mondadori, 2022) Bazzi ha raccontato la storia di chi vive, ama e diventa grande ai margini della società e del mondo. I bambini invisibili, i corpi minori, gli amori sghembi e gli organismi malati sono al centro di una narrazione feroce e nervosa, che dà voce a tanti tra quelli che una voce non l’hanno mai avuta.
2) Chiara Sfregola
Ironica e intelligente, Chiara Sfregola ha scritto due libri capaci di intrattenere e far riflettere, perché impiegano e poi stravolgono gli stereotipi di genere e i cliché legati alle soggettività lesbiche e queer. A metà strada tra quella delle rom-com e quella dei pamphlet, la prosa di Sfregola si leva dall’esperienza personale per aprirsi a una riflessione di carattere più ampio e programmatico. Se Camera Single racconta gli andirivieni sentimentali di un gruppo di donne lesbiche sulle soglie dei trenta, Signorina si pone invece al crocevia tra il discorso femminista e quello queer per descrivere il paradosso del matrimonio e il bisogno di una nuova emancipazione femminile. Dal 13 dicembre, su tutte le piattaforme digitali, è disponibile Stare al mondo, il suo ultimo racconto che scandaglia il tema del potere e delle relazioni.
3) Giovanna Cristina Vivinetto
Giovanna Cristina Vivinetto: in molti avrete sentito questo nome in Prisma, il teen drama queer targato Prime Video e ispirato ai componimenti della poeta siciliana raccolti in Dolore minimo, una silloge che racconta gli umori, le sofferenze e il vissuto dietro al percorso umano e burocratico della transizione. Con sensibilità e intelligenza, Vivinetto attinge alla sua esperienza di donna transessuale per ritrovare una voce poetica personale e al tempo stesso collettiva, una voce antica e senza tempo, che infonde coraggio e desiderio di essere.
4) Maurizio Fiorino
Classe 1984, origini crotonesi e uno sguardo aperto sui nervi e il suburbio del mondo: Maurizio Fiorino, scrittore e fotografo, ha uno stile incisivo e riconoscibile. Dal suo esordio con Amodio (uscito per Gallucci nel 2014) a Macello (e/o, 2021), Fiorino ha affinato il suo stile senza mai abbandonare l’attenzione per il nostro Sud, palcoscenico insanguinato di famiglie e malavita, giovinezze spezzate, amori negati e omofobia. In un mondo di adulti ciechi e meschini, i protagonisti di Fiorino lottano per custodire la purezza del proprio cuore e dirsi capaci di amare, qualsiasi cosa voglia dire. Appuntito, feroce e tenerissimo.
5) Fumettibrutti
Tra le strisce di Fumettibrutti c’è il racconto di un’intera generazione, la biografia collettiva di tutte le creature che si sono partorite da sole, che hanno deciso quando morire e quando rinascere, quando e come generarsi. Con un altro nome, con un’altra pelle, rinascere e ricominciare. E una volta rinati, raccontare e raccontarsi. Con Romanzo esplicito, P. La mia adolescenza trans e Anestesia, Josephine Yole Signorelli racconta la sua crescita e la sua transizione, i suoi amori, i suoi cambiamenti, la sua evoluzione. E lo fa con un lingua e una mano fragile, ma decisa, che la rende unica all’interno del panorama queer italiano.
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