Dopo l’Irlanda, che ha annunciato l’intenzione di vietare le cosiddette ‘terapie di conversione’ entro il 2024, anche la Scozia ha iniziato a lavorare su una legge specifica, scatenando l’ira degli estremisti cattolici.
Il Christian Institute, gruppo che promuove un punto di vista cristiano fondamentalista, fondato sulla fede nell’infallibilità delle Scritture, ha annunciato che darà vita ad una causa legale per annullare l’eventuale divieto deciso dal governo.
L’ultima ricerca sulle terapie di conversione condotta in Scozia ha sottolineato come un divieto debba colpire qualsiasi trattamento, pratica o sforzo che mira a cambiare, sopprimere o eliminare l’orientamento sessuale, l’espressione dell’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di una persona. Simon Calvert, vicedirettore del Christian Institute, ha affermato che il divieto finirebbe per criminalizzare “il tradizionale lavoro pastorale di chiese, moschee, sinagoghe e templi”.
“Se il governo scozzese segue il consiglio del suo gruppo consultivo di esperti, supererà i suoi poteri e infliggerà il divieto di terapia di conversione più totalitario al mondo”.
I ministri scozzesi sono stati avvertiti che il Christian Institute ha già ricevuto consulenze legali su come abbattere l’eventuale legge. Aidan O’Neill, avvocato costituzionalista, ha descritto la legge come “fondamentalmente illiberale nelle intenzioni”.
I motivi legali per la contestazione si baserebbero sull’idea che un divieto nei confronti di qualsiasi terapia di conversione “violerebbe i diritti umani degli individui, in particolare la libertà della vittima dalla discriminazione e la libertà da cure mediche non consensuali“.
Il governo scozzese si è proposto di “proteggere le persone LGBT dai soprusi, vietando la promozione e la dannosa pratica delle terapia di conversione, portando avanti una legge il più completa possibile”. Il governo scozzese mira a portare a termine la legge entro la fine del 2024. Un portavoce del governo ha dichiarato: “Le pratiche di conversione che cercano di cambiare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona sono dannose, discriminatorie e non hanno posto nella nostra società. Siamo impegnati a introdurre una legislazione che metta il più possibile fine a queste pratiche dannose, proprio come hanno già fatto molte giurisdizioni in tutto il mondo. Ciò avverrà nel pieno riconoscimento e nel rispetto del diritto alla libertà di religione, di espressione e alla vita privata e familiare, che sono tutelati dalle leggi vigenti”.
Nel 2022 Grecia, Francia, Israele, Belgio, Messico e Canada hanno vietato le terapie di conversione. In Italia, purtroppo, il dibattito politico non ha mai realmente preso forma. Nel 2016 l’ex senatore Lo Giudice aveva avanzato una proposta per rendere la terapia di conversione illegale, ma quest’ultima non è mai arrivata a essere discussa. Attualmente Eugenia Roccella, ministra per le pari opportunità, ha altro a cui pensare, come ad esempio fare un’insensata guerra alle famiglie arcobaleno.
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