Era il giugno 1979 quando nacque il MIT, ovvero il Movimento Identità Trans. La sigla, appena nata l’associazione, stava per Movimento Italiano Transessuale, ma nel corso degli anni è cambiato per 3 volte, lasciando però sempre invariata la sua missione: ottenere diritti per le persone trans.
Infatti, il MIT è stata la prima associazione in Italia per la tutela delle persone transgender e per la lotta al riconoscimento sociale dell’identità transessuale. La sede principale ora è a Bologna, dove sostiene qualche centinaio di persone. Negli anni passati però era diffusa in tutta Italia, avendo circoli a Roma, Treviso e Napoli, Catania e Viareggio.
Alla guida del MIT ci sono stati personaggi che hanno fatto la storia del movimento LGBT italiano, come Marcella Di Folco, presidente dal 1988 al 2010, e anche Porpora Marcasciano, dal 2010 al 2016. Ora, a occupare il posto di presidente c’è Nicole De Leo.
Dagli arresti alla lotta per i diritti: la storia del MIT
Secondo l’articolo 1 della legge 1423, le persone trans venivano arrestate per atti osceni in luogo pubblico o per “prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità”.
Una volta arrestate, venivano spedite in carcere o negli istituti psichiatrici, mentre le autorità perquisivano le loro abitazioni, in cerca di presunte prove. Anche riunirsi pacificamente era quindi molto difficile, addirittura se le riunioni avvenivano in case private. Gli incontri del MIT, dopo la sua fondazione, vennero organizzati a Torre Argentina, a Roma, in una stabile del Partito Radicale.
Le vittorie del MIT sono numerose. Ad esempio, quella del 1994, quando ottenne un locale dal comune di Bologna, dove verrà aperto il primo consultorio al mondo gestito da persone transessuali. Importante poi il convegno del 2000, in concomitanza con il World Pride di Roma, denominato Transiti, che vedeva come ospita anche Sylvia Rivera.
La legge 164
Ma fu proprio grazie (anche) al Partito Radicale che il MIT ottenne la sua più grande e importante vittoria, ovvero la legge 164, il 12 aprile 1982. La 164 è la legge che riconosce il cambio di sesso, ottenibile a seguito dell’intervento chirurgico. Solo due sentenze della Cassazione (2015 e 2018) hanno confermato la possibilità di rettificazione anagrafica del sesso e del nome sui documenti ufficiali anche senza l’intervento chirurgico, ma dietro sentenza del Tribunale.
Questa legge è un simbolo di civiltà, di libertà, di riconoscenza e tutela per le persone transessuali.
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