Nel fine settimana l’amministrazione comunale di Lecce ha preso posizione nei confronti della legge contro l’omotransfobia e la misoginia che a fine luglio approderà alla Camera.
Mentre le sentinelle in piedi manifestavano in piazza contro il DDL Zan, su palazzo Carafa, sede del comune guidato dal sindaco Carlo Salvemini, è comparsa una bandiera rainbow. Una chiara e potente risposta contro chi in quel preciso momento era in piazza per dire NO ad una legge a dir poco urgente perché “le persone omosessuali e transessuali sono già giustamente protette dalla legge contro atti violenti, ingiuriosi o discriminatori, al pari di qualsiasi altro cittadino.”
Il sindaco ha fatto suo l’appello presentato da LeA e associazioni Rainbow del territorio, che avevano sottolineato gli “inaccettabili e ingiuriosi atteggiamenti palesemente discriminatori e obsoleti”. “Riteniamo fondamentale che il primo cittadino, e tutto il comune, dimostrino che il territorio leccese non ceda di fronte a questi attacchi alla libertà di essere e di amare”, avevano continuato le varie associazioni nel loro appello. “L’esposizione della bandiera Arcobaleno, pur essendo un gesto simbolico, può essere un passo per confermare le interlocuzioni avute nelle settimane precedenti”.
Detto, fatto.
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