Il sit in davanti Montecitorio – Dopo continui rinvii, il progetto di
legge contro l’omofobia arriverà in Parlamento martedì 19 luglio per essere votata dai deputati. Nella piazza antistante la Camera, dalle ore 15:00, le associazioni affileranno le unghie e schiariranno la voce per affrontare una maratona oratoria alla quale tutti possono partecipare e che avrà come motto: "Legge incostituzionale? Omofobia parlamentare". Il futuro della legge sembra infatti dipendere ormai dal voto sulle pregiudiziali di incostituzionalità che Pdl, Lega e UDC hanno presentato e che andranno votate ancor prima della legge stessa. Avendo i numeri sufficienti, i tre partiti riusciranno a raggiungere il risultato dell’ennesima bocciatura dell’aula, a meno che non si assisterà a improbabili sorprese.
Perché la legge verrà bocciata – Sulla base di quali motivi i partiti di
centrodestra mettono in dubbio la costituzionalità una legge apparentemente di buon senso come quella che andrà al voto della Camera? Essenzialmente due.
1. Introdurre un’aggravante per violenza motivata dall’omofobia o dalla transfobia violerebbe l’articolo 3 della Costituzione, quello cioè che sancisce che siamo tutti uguali davanti alla legge. Perché per i gay e le trans sì e per altre situazioni analogamente meritevoli di tutela come per i barboni o gli anziani no?
2. I termini "omofobia" e "transfobia" sono generici, secondo il centrodestra, in quanto fanno riferimento alla sfera individuale e quindi non rappresentano situazioni oggettivamente riscontrabili. Questo comporterebbe una violazione dell’articolo 25 della Costituzione che stabilisce invece la tassatività dell’azione penale.
L’allarme della Concia – È chiaro che le motivazioni sono
pretestuose. I deputati che le avanzano sanno perfettamente che nulla vieta loro di introdurre aggravanti anche per gli altre tipi di violenza. Quando si parla di omofobia, inoltre, si ha a che fare con un tipo di violenza particolarmente odiosa perché coinvolge l’intimità di un essere umano. Inoltre i termini omofobia e transfobia non sono affatto generici ma, anzi, molto specifici. Il tentativo è chiaro: affossare la legge senza nemmeno discuterla. Già l’onorevole del PD Paola Concia aveva lanciato l’allarme all’indomani della bocciatura in Commissione Giustizia della legge da lei presentata. «Se la maggioranza approverà le pregiudiziali – aveva detto – non si potrà procedere alla votazione della legge e i cittadini omosessuali italiani dovranno subire l’ennesima umiliazione. È evidente che il centro destra non vuole prendersi la responsabilità davanti al Paese di bocciare una legge di civiltà e ricorre a mezzucci procedurali che sul piano costituzionale sono vergognosi».
Chi sono i deputati che vogliono affossare la legge – Ecco, per
dovere di cronaca, chi sono i deputati che hanno presentato le pregiudiziali e che quindi vogliono entrare nella storia come gli affossatori della legge, per l’ennesima volta. Si tratta dei deputati dell’UDC Buttiglione, Capitanio Santolini, Binetti; per il PDL gli onorevoli Bertolini, Saltamartini, Stracquadanio, Pagano; infine per la Lega si tratta degli onorevoli Lussana, Nicola Molteni, Isidori, Paolini, Follegot, Vanalli, Luciano Dussin, Pastore, Volpi, Bragantini, Polledri. Un’ultima curiosità: il regista della bocciatura della legge contro l’omofobia nel 2009, quando arrivò in aula la prima volta, fu Piero Vietti, dell’UDC, premiato poco tempo dopo con la vicepresidenza del CSM.
di Daniele Nardini
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