Firmata dal governatore repubblicano Dennis Daugaard, è passata in Sud Dakota una legge che permetterà agli uffici pubblici e alle agenzie di rifiutare assistenza sulla base delle convinzioni morali o religiose dei singoli dipendenti.
Le agenzie di adozione e affidamento potranno legalmente rifiutare di servire le persone omosessuali, grazie a una legge che gli attivisti locali hanno già denunciato come una nuova “realtà oscura” per i diritti LGBT (e non solo).
Il Sud Dakota è il primo stato a far passare una legge di questo tipo, di “libertà religiosa”, dopo che la Suprema Corte ha legalizzato il matrimonio egualitario nel 2015. Il provvedimento afferma che nessuna agenzia è tenuta a fornire i propri servizi se in conflitto con qualsiasi “credo religioso o convinzione morale”.
Il testo non menziona esplicitamente persone gay o specifiche credenze, ma è ovvio che ad essere colpita sarà proprio la comunità LGBT: uomini e donne potranno vedersi rifiutare licenze matrimoniali o vedersi esclusi da servizi come l’adozione e l’affidamento.
All’approvazione di questa legge si erano duramente opposte molte organizzazioni che si occupano di adozioni e di bambini in affido, dalla Adoption Exchange alla Child Welfare League of America, passando per la National Association of Social Workers e la Voice for Adoption, ma i legislatori sono andati per la propria strada, supportati dal Governatore.
Il Dakota del Sud si unisce a soli tre altri stati – Michigan, North Dakota e Virginia – in cui già erano passati provvedimenti legati alla libertà religiosa, ma focalizzati solo su adozione e affidamento. Alabama, Texas e Oklahoma hanno già mostrato interesse a prendere provvedimenti analoghi durante il 2017.
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