Per il secondo weekend consecutivo alcune piazze d’Italia sono tornate a popolarsi con manifestazioni varie. I negazionisti e indecenti gilet arancioni in piazza Duomo a Milano, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia in via del Corso, l’ultradestra violenta al Circo Massimo.
Tra ieri e oggi, poi, migliaia di persone sono scese in piazza ma in questo caso distanziate e in sicurezza nel rispetto della pandemia in atto per dire basta al razzismo, sostenendo il movimento Black Lives Matter riesploso negli Usa dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd per mano di un poliziotto bianco.
Solo in Piazza del Popolo a Roma, questa mattina, si sono ritrovati in centinaia, fermi sul posto, con le mascherine, distanziati di un metro. Manifestazioni simboliche e pacifiche, queste ultime contro il razzismo, che noi omosessuali abbiamo quest’anno saggiamente deciso di saltare, annullando decine di Pride tutto il Paese. Una scelta di buonsenso e di assoluta responsabilità, presa settimane or sono quando il Covid-19 continuava ad infettare migliaia di persone al giorno, che oggi stride dinanzi alla totale riapertura del Paese e alle immagini di queste piazze. Perché potremmo anche noi ritrovarci in piazza, per una volta ‘statici’, senza carri e musica, distanziati e in sicurezza con obbligo di mascherina, per sostenere quella legge contro l’omobilesbotransfobia che nel mese di luglio arriverà finalmente alla Camera dei Deputati. Potremmo anche non chiamarli Pride, ma semplici, colorati, pacifici e mediatici ‘flash-mob’ per una causa quanto mai attuale ed essenziale per l’intera comunità LGBT.
L’ultradestra cattolica ci diffamerà tanto sul web quanto in piazza, in tv, sui giornali, in radio e nelle aule parlamentari, pur di riuscire ad affondare una legge che tutti noi aspettiano da 30 anni. “Questa mattina siamo in piazza anche noi!”, hanno giustamente rivendicato con orgoglio sui social i ragazzi del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Lottiamo e continueremo ogni giorno a lottare al fianco di chi combatte contro l’oppressione, la violenza, il razzismo e le discriminazioni di ogni tipo. Unit* siamo inarrestabili“. Vero, verissimo, ma allora perché non riunirci anche noi, fisicamente e non solo sul web, con l’annunciato Global Pride del 27 giugno prossimo. Sarebbe davvero così assurdo?
Perché non ritrovarci in totale sicurezza per dire basta a quell’omobilesbotransfobia che quotidianamente semina vittime, da nord a sud, isole comprese? Quest’estate i Pride ‘tradizionali’ non si potranno fare, questo è chiaro e ormai digerito, ma potremmo sostituirli con qualcosa di assolutamente sicuro sul piano sanitario e in egual misura d’impatto. Piazza dopo piazza, città dopo città, per ricordare a tutti quei parlamentari che presto saranno chiamati al voto che siamo indecentemente rimasti l’unico grande Paese dell’Europa occidentale a non avere una legge contro l’omobilesbotransfobia. E che non c’è più tempo da perdere.
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L’idea di prenderci le piazze sarebbe buona , anzi ottima ... Ma lo sapete che se non si scrive Gay pride, ci sarà un afflusso ridicolo , vero?!?