Per la prima volta, anche lesbiche e transgneder parteciperanno alla sedicesima Conferenza nazionale del femminismo che inisierà domani a Nazareth. Città simbolo, spiegano le organizzatrici, per due ragioni: per i cattolici è la città in cui avvenne l’annunciazione alla Madonna e per le arabe, invece, è uno dei luoghi in cui vengono oppresse da una cultura fortemente maschilista, quella islamica, appunto.
Non c’è niente di ufficiale nella terra in cui anche il Pride della laicissima tel Aviv non ha mancato lo scorso anno di suscitare polemiche e reazioni delle frange più ortodosse degli ebrei praticanti, ma chi ha speso tempo ed energie per questo appuntamento, sa che ci sono ottime porbabilità che arrivino anche loro, le lesbiche e le trans, testimoni di un altro tipo di amore femminile e spesso discriminate più di chiunque altro perché donne, arabe e lesbiche o trans: una condizione difficilissima da vivere in Medio Oriente.
"Noi non le abbiamo invitate ufficialmente – dichiare Dorit Abramovitz, l’organizzatrice dell’evento che ha appositamente scelto di non pubblicizzare l’appuntamento, per evitare che diventi obiettivo di fondamentalisti di qualsiasi credo -, ma è chiaro che le aspettiamo. E se si presenteranno, saranno le benvenute". Una simbiosi e un’alleanza comune in moltissime realtà, quella tra femministe, lesbiche e trans che potrebbe suggellarsi anche a Nazareth a partire da domani.
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