Il sito cattolico “Silere non possum” (non posso tacere), magazine vaticanista fondato nel 2021, e il sito Vatican News, riportano una nuova lettera di Papa Francesco sul tema dell’omosessualità e di come essa debba essere percepita dalla morale cattolica. Bergoglio torna sulle sue ultime parole, nelle quali aveva definito l’omosessualità un semplice peccato, ma non un crimine.
Qualche giorno fa Francesco aveva rilasciato un’intervista ad Associated Press, nella quale si era schierato con vigore a favore della depenalizzazione dell’omosessualità nei paesi ove questa sia ancora considerata reato (sono 70, Gay.it ve lo aveva anticipato in questo speciale dedicato >).
Le parole di Bergoglio, contenenti anche una feroce critica ai vescovi cattolici che in alcune zone del mondo supportano la criminalizzazione dell’omosessualità, sono state criticate da vari fronti.
Così Papa Francesco è tornato sull’argomento, tramite una lettera di risposta alle domande poste da Padre James Martin, gesuita come Bergoglio, influente sacerdote cattolico statunitense particolarmente vicino alla comunità LGBTQIA+, che ha voluto chiedere precisazioni a Bergoglio sul tema dell’omosessualità vista come peccato.
Il punto dirimente, secondo molti cristiani cattolici, è che in verità non sarebbe l’omosessualità di per sé un peccato, ma soltanto gli atti omosessuali. Un po’ come tutti gli atti sessuali consumati non a fini procreativi, anche quelli omosessuali sarebbe da ascrivere alla categoria dei peccati.
Ecco cosa ha chiesto Padre James Martin:
Santo Padre, grazie per il suo appello sulla depenalizzazione dell’omosessualità: perché ha deciso di dirlo in questo momento?
C’è stata confusione sul suo commento “Essere gay è un peccato” che ovviamente non fa parte dell’insegnamento della Chiesa. Lei davvero pensa che semplicemente essere gay è un peccato?
Cosa direbbe ai vescovi che ancora sostengono la criminalizzazione dell’omosessualità?
Alle domande poste con perfetto tempismo dal progressista sacerdote americano, Bergoglio ha risposto con una lettera, contenente alcuni passaggi che sottolineano cosa intendesse davvero Bergoglio nell’intervista con Associated Press.
Non è la prima volta che parlo di omosessualità e di persone omosessuali.
E ho voluto precisare che non è un reato, per sottolineare
che la criminalizzazione non è né buona, né giusta.
Quando ho detto che è un peccato, mi riferivo semplicemente all’insegnamento morale cattolico, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è peccato. Naturalmente, bisogna considerare anche le circostanze, che possono diminuire o eliminare la colpa. Come vede, stavo ripetendo qualcosa in generale. Avrei dovuto dire “È un peccato, come ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio”. (…)
E vorrei dire a chi vuole criminalizzare l’omosessualità che si sbaglia.
In un’intervista televisiva, dove abbiamo parlato con un linguaggio naturale e colloquiale, è comprensibile che non ci siano definizioni così precise.
Papa Francesco – Lettera a Padre James Martin, 27 Gennaio 2023
La lettera di Bergoglio è dunque volta a fugare dubbi, giunti sia dalle frange più conservatrici, sia da quelle più progressiste del popolo cattolico. Per Papa Francesco tutti gli atti sessuali al di fuori del matrimonio sono peccato, e dunque anche gli atti omosessuali, come è noto ad ogni cristiano cattolico che voglia davvero fare i conti con la propria coscienza di fedele alla Chiesa di Roma. Non è dunque il semplice essere gay, come aveva detto nell’intervista, a costituire reato.
Papa Francesco sottolinea che la criminalizzazione dell’omosessualità non è mai giusta né buona. E ai vescovi che in alcuni paesi dove l’omosessualità è reato supportano questa criminalizzazione, Bergoglio dice chiaramente nella lettera che si sbagliano.
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