L’horror più acclamato dell’anno bannato per un attore non binary

Talk To Me è stato sospeso in Kuwait per il casting di Zoe Terakes. L'attore risponde: "La rappresentazione è speranza".

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Se non avete ancora sentito parlare di Talk To Me, preparatevi: sarà l’horror del 2023.

Il film diretto da Danny and Michael Philippou – duo australiano di Youtubers del canale RackaRacka – è stato accolto con un punteggio del 94% su Rotten Tomatoes (sito che riunisce tutte le recensioni cinematografiche americane) rendendolo il film horror più acclamato del 2023: “Con una storia avvincente e impressionanti effetti speciali, Talk to Me eleva un raccapricciante horror per il 21esimo secolo dalle fondamenta classiche” scrive la critica, ma anche il pubblico lo sta accogliendo con grande entusiasmo, definendola una storia “spaventosa, veloce, e spesso imprevedibile che ti tiene incollato sulla poltrona dall’inizio ala fine”.

 

 

Narra la storia di un gruppo di teenager che si divertono ad evocare i morti attraverso una (già iconica) mano imbalsamata. Ovviamente il gioco è bello finché non ci scappa il morto, tra possessioni e forze soprannaturali tutt’altro che gentili.

Arrivato nelle sale americane lo scorso 28 Luglio, il film ha esordito con oltre 10 milioni di dollari al botteghino, annoverandosi come il miglior debutto al botteghino per un film horror dopo Hereditary di Ari Aster. Dopo la sua premiere al Sundance 2023, e su distribuzione della A24, Talk to Me si sta facendo conoscere in tutto il mondo (in Italia arriverà il prossimo 28 Settembre). Tranne in Kuwait.

Stando a The Hollywood Reporter, le ragioni sarebbero dovute alla presenza di Zoe Terakes, attore non binary (i suoi pronomi sono he/they) che presto si unirà al Marvel Cinematic Universe, come primo attore trans masculine del franchise con la serie Ironheart: “Penso che come persona trans, crescendo non sono riuscitə a vedermi da nessuna parte, quindi non sapevo davvero di esistere. E soprattutto non in una serie o film di supereroi” ha dichiarato in un’intervista con Collider lo scorso Febbraio.

Sebbene nel film non venga fatto alcun riferimento all’identità di genere di Hayley (personaggio interpretato da Terakes), tanto è bastato per omettere direttamente il film dal mercato medio-orientale.

 

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Terakes ha ricondiviso la notizia sul suo profilo Instagram, definendola “devastante e terrificante”: “Il nostro film non ha tematiche queer. Non menziona nemmeno la mia transessualità. Sono un attore trans che ha avuto il ruolo. Non sono una tematica, sono una persona. Il Kuwait ha bannato il film solo per la mia identità in sé”.

Come scrive anche Terakes, Talk to Me è solo uno dei tanti titoli a vedere il ban in Kuwait per elementi o punti di contatto LGBTQIA+: si aggiungono alla lista Spider-Man: Across the Spider-Verse, Everything Everywhere All at Once, Thor: Love and Thunder, Lightyear, Doctor Strange in the Multiverse of Madness, Eternals e l’ultimo West Side Story.

L’attore sottolinea che la notizia è deumanizzante non solo per lui, ma soprattutto per tutta la comunità transgender e non binaria in Kuwait, ribadendo che la rappresentazione è spesso sinonimo di speranza per il pubblico LGBTQIA+: “La rappresentazione è una luce in fondo al tunnel, una ragione per andare avanti, a cui aggrapparsi nell’oscurità, una piccola voce che ci bisbiglia cose migliori” scrive Terakes “Eliminare gli attori trans sullo schermo non eliminerà le persone trans (per quanto il governo del Kuwait lo desideri) ma eliminerà molta speranza. La speranza ha grande importanza nella vita delle persone marginalizzate. Ci permettte di muoverci attraverso l’odio, la discriminazione, e la violenza. Guardiamo a tutte le persone che l’hanno fatto prima di noi, a tutte quelle che lo stanno facendo al nostro fianco, e ci permette di andare avanti. Siamo una comunità che ha imparato a dipendere l’una dall’altra, perché le persone cis storicamente non ci hanno mai aiutato”. 

Terakes conclude scrivendo che chiunque si sente arrabiat3, triste, o confus3 per questo, può donare al Rainbow Railroad, organizzazione con l’obiettivo di aiutare le persone queer bloccate in paesi omobtransfobici: “Con amore e rabbia, Zo”.
Zo x”.

Nel frattempo il film continua a conquistare il resto del mondo, considerato un nuovo classico in grado di unire elementi dell’horror tradizionale alle nuove generazioni, tra brividi e un intenso climax emotivo.

Manterrà le aspettative? Abbiamo poco più di un mese per scoprirlo.

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