È il Mahmood del 2016 che in un’intervista a Gay.it dichiara di non sentirsi mai appagato – come è giusto che sia per un artista, aggiungiamo noi – e di credere solo nella sincerità: “Se davanti a te hai un lavoro che non ti rappresenta al cento per cento, allora non vale la pena mostrarlo” dice Alessandro Mahmoud ad Alessio Poeta di Gay.it nell’agosto del 2016. Soltanto pochi mesi fa, Mahmood ha invece parlato di sentirsi eternamente incompleto.
Sette anni dopo, a poche ore dal dropping di Cocktail d’Amore (video girato a Napoli mezzo nudo in giro per vicoli a far saltar cassette di ortofrutta!) ri-spunta dal nostro archivio un’intervista che restituisce oggi la coerenza di un artista che non ha mai cercato di essere comodo per nessuno. Sovente criticato da una parte della comunità LGBTIQA+, eppure dalla stessa comunità amato come pochə altrə, Mahmood nel 2016 parlò con Gay.it anche di coming out. Testuale riportiamo:
Gay.it: Piuttosto, cosa pensi di tutti quei cantanti gay che non hanno il coraggio di dichiararsi?
Mahmood: Apprezzo molto gli artisti che hanno avuto il coraggio di dichiararsi in pubblico, ma non giudico minimamente chi ancora non ha avuto la forza. Penso ognuno debba dichiararsi quando meglio crede. Quando pensa che sia il momento più opportuno. Come tutti.
E infatti qualche anno dopo, al culmine dell’esplosivo successo del 2019 – si ricorderà – aveva preso le distanze dalle etichette: il filo che collega l’atteggiamento dell’artista è preciso e duraturo. Mahmood è della Vergine (LOL). Ecco però qui di seguito una bella story con cuore arcobaleno pubblicata dalla nostra star.
Due Sanremo vinti (2019 con Soldi, 2022 con Brividi insieme a Blanco), un secondo posto all’Eurovision, due album osannati dalla critica e sbranati dal pubblico: “Gioventù bruciata“del 2019 e “Ghettolimpo” del 2021, che hanno segnato la musica italiana degli ultimi anni, spostando un po’ più in là l’asticella delle contaminazioni di sound, dei testi, bizzarri mix di urbanità, incubi, nevrosi e fantasie, e delle melodie frantumate, sussurrate, che diventano immediati tormentoni.
Secondo Roby Facchinetti – uno che forse di canzoni italiane se ne intende giusto un po’ – “Mahmood sta rivoluzionando la canzone italiana”. Del resto Alessandro ha scritto e scrive canzoni per Marco Mengoni, Elodie, Michele Bravi, Noemi, Rkomi, Michielin, Fedez, e la lista che non ti aspetti.
Nell’intervista a Gay.it del 2016 ce n’è anche per i gay d’Egitto, e proprio qualche giorno fa sui giornali è stata raccontata la storia di Feisal, ragazzo tunisino che ha attraversato il Mediterraneo con un barchino e in testa il sogno “di sfondare come Mahmood”.
Soltanto un mese fa Alessandro aveva regalato una performance live a sorpresa durante un evento a Milano (VIDEO), in cui cantava:
“Sopra il viso,
metto un velo rosa,
fine come una mariposa,
quando mi vedrai,
non mi ri-co-no-sce-rai,
baby sono libero, come non mai,
se ti copri, scoprirai”
Invece in queste ore Mahmood deve vedersela con Cristiano Malgioglio, arrabbiatissimo per il titolo della canzone “Cocktail d’amore”, tale e quale alla canzone che Malgioglio scrisse per Stefania Rotolo e pubblicata nel 1979. In verità pare che Alessandro abbia preso ispirazione dalla famosa e blasonata serata queer di Berlino, dal titolo Cocktail d’amore (leggi qui la storia).
“Cocktail d’amore è soltanto il primo pezzettino di tante cose nuove che sto scrivendo e sono molto felice”
ha detto Alessandro a poche ore dal dropping della nuova ballad che, a sentire il teaser tra le sue stories, sembra avere un incipit da chitarra blues.
Siamo già scioltə.
Appuntamento a mezzanotte 3 Novembre 2023 per Cocktail d’amore, produzione di Dardust. Mahmood ha pure svuotato l’Instagram qualche giorno fa.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.