Lilly Wachowski, “Matrix ispirato dalla rabbia e dall’oppressione prima della transizione MtoF”

Nel 1999 erano i ‘fratelli Wachowski’, quando uscì Matrix. Mentre oggi Lana e Lilly sono due orgogliose sorelle, sempre più attive tra tv e cinema nell'inclusione transgender.

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Quando Matrix arrivò al cinema, nel 1999, lanciò nell’Olimpo di Hollywood due fratelli che presto sarebbero diventate due sorelle. Andy e Larry Wachowski, oggi conosciute come Lana Wachowski e Lilly Wachowski. Quest’ultima è al lavoro su Work in Progress, progetto Showtime che la obbligherà a stare lontana dal 4° capitolo della saga sci-fi, diretto unicamente dalla sorella Lana.

“Sto diventando sempre più curiosa e transessuale sullo schermo, per mostrare che artisti straordinari siamo”, ha confessato Lilly all’Hollywood Reporter. Felicemente donna, oggi, ma con “un risentimento nei confronti del settore, perché sento come se avessi perso del tempo personale”, afferma la sceneggiatrice e regista. “Il cinema è davvero una macchina del tempo in cui entri e ti muovi e poi ne esci un anno e mezzo dopo”. Ecco perché negli ultimi anni Lilly si è sempre più allontanata dal grande schermo. Cloud Atlas, nel 2012, è stato il suo ultimo film, e anche Sense8, serie Netflix, l’ha salutata con la seconda stagione, lasciata interamente alla sorella Lana insieme alla pellicola conclusiva.

Ho iniziato a lavorare quando i film erano al loro apice, prima che i board e gli esperti di marketing trovassero un modo per combatterli. Alla fine, tutte quelle persone e quelle istituzioni sono finite nella stanza dei bottoni insieme a te, e in particolare dietro la macchina da scrivere e dietro l’obiettivo. Mi ha creato un po’ di tensioni. Sono arrivata a un punto di rottura e ho dovuto andarmene.

La Wachowski doveva e voleva cambiare, dando priorità al suo benessere e alla sua felicità. Ha sperimentato con la stand-up comedy, lo studio presso la School of the Art Institute di Chicago e l’inizio del processo di transizione di genere. “Ora che sono dichiaratamente una donna, e un esempio vivente di come qualcuno possa invecchiare essendo una donna trans, le persone trans possono vedere i miei film attraverso le lenti del mio transito e del loro transito. Sono in grado di dire: “Oh mio Dio, questi film sono stati una parte così importante del mio coming out e del mio viaggio”. Sono straordinariamente grata di poterli offrire alle persone”.

Lilly fece coming out come donna transgender perché minacciata da una giornalista del Daily Mail, che si presentò alla sua porta. Onde evitare lo scoop da prima pagina con immagini rubate, decise di dirlo al mondo. Gran parte di Matrix, sottolinea Lilly, è “nato da molta rabbia, la rabbia per il capitalismo, la struttura corporativa e le forme di oppressione”. Wachowski spiega che “la rabbia che ribolliva dentro di me riguardava la mia stessa oppressione, che mi costringeva a rimanere nell’armadio”. Il risultato, è un ampio sottotesto inserito all’interno del franchise sullo spettro del genere e dell’esperienza trans.

Inspiegabilmente, però, la celebre pillola rossa del film è stata abbracciata dai conservatori radicali, attivisti dei “diritti umani” e teorici della cospirazione, che la interpretano come una porta di accesso a credenze che sono spesso legate alla cosiddetta supremazia bianca. Di recente, il fondatore di Tesla, Elon Musk, che aveva definito il lockdown da coronavirus in California addirittura “fascista”, ha twittato “Prendi la pillola rossa”. Ivanka Trump aveva risposto con “Già fatto!”, scatenando la stessa Lilly che ha cinguettato “Fanculo entrambi.

In Work in Progress Abby McEnany interpreta una donna ‘vecchia e grassa’ che si innamora di un transessuale, interpretato da Theo Germaine. Lo show è già stato rinnovato per una seconda stagione. “Ho sempre fatto cose che volevo vedere, ma ora eccomi qui, una donna trans orgogliosa, e non c’è spazio per interpretazioni errate su ciò che riguarda il nostro show. Sto portando sempre più persone queer e trans sullo schermo per mostrare quello che siamo capaci di fare e di quali artisti straordinari siamo. È una cosa difficile a cui rinunciare.

Grazie all’imminente Matrix 4, Lana Wachowski sarà la prima regista transgender a dirigere un blockbuster.

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