Nella serata di ieri Fabio Canino ha presentato a Roma il suo ultimo romanzo, Le parole che mancano al cuore, edito da SEM e in libreria dal 2 maggio. Un libro che attraversa le ipocrisie del mondo del calcio, pennellando tra le pagine una struggente storia d’amore. Protagonisti, infatti, due calciatori, che lentamente si innamorano, tra una partita e l’altra.
Al fianco di Canino la giornalista Myrta Merlino e Marco Tardelli, campione del mondo nel 1982 con la nazionale italiana, nonché stella della Juventus di Giovanni Trapattoni. Volto Rai della Domenica Sportiva, Tardelli ha provato a raccontare la sua esperienza nel mondo del pallone, figlia di tempi ormai lontani, e di questa omosessualità che ufficialmente non esiste. Perchè fino ad oggi mai nessun calciatore della Serie A, incredibile ma vero, ha fatto coming out.
Nel calcio italiano sembra che non ci siano, nessuno si è mai dichiarato. Ai miei tempi nessuno lo disse, ma credo che non sarebbe neanche un dramma per i compagni se qualcuno lo dicesse. Io a suo tempo non ne ho mai visti, sinceramente. Ci vuole molto coraggio nel mondo dello sport, in cui tutto deve sembrare virile. Spero nel tempo che qualche calciatore possa dichiararsi, ma qui in Italia è molto difficile. Spero possa diventare la normalitá, che fa paura in quanto tale. Nel mondo del calcio c’è la paura del non sapere, perche quando sai, poi fortunatamente non succede nulla. Il ricatto economico è un freno che continuerâ ad esistere. Più vai avanti e più sono alla ricerca di soldi. Tutto sta nel dirlo, quando qualcuno fará coming out non succederá niente di sconvolgente.
Canino, qui al suo secondo romanzo, ha confessato di aver sentito l’impulso a scrivere una storia d’amore ambientata nel mondo del calcio quando Marcello Lippi, ex allenatore della nazionale, disse che in Italia calciatori gay non ce ne’erano.
Sentivo che dovevo fare un libro in cui denunciare questa cosa. Perchè é il momento adatto, ci siamo, giocatori, giornalisti, tutti sono davvero pronti. Forse solo le societá di calcio non sono pronte. Perchè hanno paura di perdere soldi, abbonati.
In Inghilterra squadre come Manchester United e Manchester City hanno più volte sposate campagne contro l’omofobia, andando anche incontro all’ira dei tifosi più beceri, mentre in Italia questo velo continua a persistere. Sarà forse arrivato il caso di squarciarlo, in attesa che un campionissimo infranga il tabù, dichiarandosi omosessuale. Solo in quel mondo anche le curve più omofobe, dinanzi ad un idolo gay, la finiranno di vomitare odio.
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argomento interessante. romanzo non all’altezza dell’argomento