Sono stati arrestati oggi dalla Digos di Milano i due responsabili dell’aggressione subita da una coppia gay lo scorso maggio in Corso di Porta Ticinese, all’altezza delle colonne di San Lorenzo. I due, simpatizzanti di estrema destra e frequentatori del gruppo milanese "Cuore Nero", sono stati ritenuti resposanbili anche della rapina subita, quella stessa sera da un cittadino nigeriano.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Marco Ciampa e Andrea Filippo Tatoli, rispettivamente di 41 e 42 anni, la sera del 30 maggio scorso erano di ritorno da un raduno di skinhead tenutosi a Cinisello Balsamo quando si sono imbattuti nella coppia gay e nelle loro due amiche. Subito sono partiti gli insluti, cui i due ragazzi hanno ribattuto scatenando la violenza dei loro aggressori. Di mezzo c’è andata anche una delle ragazze presa a schiaffi per aver tentato di dividere vittime e aggressori.
Non contenti, poco dopo in via Torino, Ciampa e Tatoli si sono accaniti contro un uomo nigeriano rapinandolo. E proprio il video girato da una telecamera di sorveglianza, che ritrare il nigeriano all’inseguimento di un’auto, permesso di risalire ai due neofascisti che oggi sono stati portati al carcere di San Vittore. Durante una perquisizione nell’abitazione di Ciampa e nell’auto di Tatoli sono state ritrovate diverse armi tra cui coltelli, tirapugni e un manganello telescopico in acciaio. "Si tratta di due cani sciolti, non organici alla struttura di Cuore nero", precisa la Digos sottolineando il fatto che i due hanno alle spalle precedenti per episodi di violenza.
In una nota, il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè e il presidente del circolo milanese Marco Mori, esprimono "piena gratitudine alle forze dell’ordine di Milano per l’impegno e l’attenzione profusa nella soluzione del caso del pestaggio di una coppia di omosessuali e di un africano che si è conclusa con l’arresto di due militanti di estrema destra".
"Sappiamo – prosegue la nota – che violenza e omofobia si annidano massicciamente nelle fila dell’estrema destra e dell’integralismo religioso, ma siamo ancora del tutto privi di strumenti legislativi, come l’estensione della Legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia, per difenderci dalla continua e reiterata campagna di denigrazione, d’odio e violenza che gli omofobi ci riservano".
"Gli arresti di oggi dimostrano comunque che è sempre necessario denunciare la violenza omofoba subìta – concludono Patanè e Mori -. Siamo convinti che le persone lgbt coinvolte in questi tristi e dolorosi episodi debbano trovare la forza di denuciare le aggressioni e non rispondere all’omofobia con il silenzio. Il nostro ufficio legale, i nostri volontari e tutta la nostra associazione è a servizio della comunità e a sostegno, supporto, e aiuto per migliorare la vita delle persone puntando al benessere collettivo della società".
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