«Etero o gay, non vai da nessuna parte se sei solo passivo!». È una delle strepitose battute di una fresca, spigliata, gradevole commedia americana nelle sale da venerdì scorso, La verità è che non gli piaci abbastanza di Ken Kwapis, autore specializzato in prodotti televisivi e nominato due volte agli Emmy.
Tratto dal bestseller di due sceneggiatori di Sex and the City, Greg Behrendt e Liz Tuccillo edito in Italia da Salani Editore, deve il suo titolo proprio all’estratto di un dialogo dell’amatissimo serial ed è un’articolata ronde sentimentale di vari personaggi accomunati da complicate vicende amorose sullo sfondo dell’adorata città natale di John Waters, l’aggraziata Baltimora, nell’orientale Maryland.
Il cast è a dir poco stellare, e riunisce il top di quella generazione di star trenta-quarantenni che ha raggiunto la celebrità anche grazie a successi televisivi quali l’immortale Friends. Udite, udite: Ben Affleck, Jennifer Aniston, Scarlett Johansson, Drew Barrymore, Jennifer Connelly e un gustoso cameo di un imbiancato Kris Kristofferson.
Al centro della narrazione ci sono tre donne che lavorano nello stesso ufficio: Gigi (Ginnifer Goodwin) è single e alla ricerca spasmodica di un uomo che la richiami prima possibile dopo un appuntamento galante; Janine (la Connelly) è l’opaca moglie di Ben (Bradley Cooper) con cui sta rifacendo casa ma il maritino si invaghisce di una formosa insegnante di yoga, Anna (la Johansson) conosciuta al supermarket; Beth (la Aniston) è alla classica crisi del settimo anno, vorrebbe sposarsi con lo storico fidanzato Neil (Ben Affleck) ma costui nicchia, più interessato alla sua barchetta che a un futuro scritto da consorte accasato. Intorno a loro ruotano
come satelliti di Venere vari personaggi, tutti alla ricerca di un’appagante relazione sentimentale, quali la sbarazzina Mary (Drew Barrymore, Charlie’s Angel ex amichetta di E.T. felicemente rediviva) che lavora nella redazione della rivista gay Blade. Grazie a un annuncio improvvidamente piazzato tra maschioni in mostra seminudi, Mary conosce un agente immobiliare etero che finirà a una festa queer dove viene scambiato per omosessuale grazie a un look quanto mai azzeccato (bastano una maglietta attillata e un paio di pantaloni alla moda?).
Inframmezzata da spassosi siparietti con dichiarazioni dritte in camera da manuale sulle questioni di cuore – "Se lui non ti sposa", "Se lui non ti chiama", ecc. – è una commedia non pretenziosa, molto dialogata, leggera come una piuma e decisamente rilassante. Magnifica la colonna sonora che infiocchetta R.E.M., Talking Heads, Human League, Wilco, Maroon 5, Black Crows e molti altri per chiudere con un’energizzante It’s Friday, I’m in love dei sempiterni Cure.
E fra i mille frammenti di discorsi amorosi etero, spunta la reazione, come dire, molto appassionata, di uno dei redattori gay che all’ascoltare una romantica dichiarazione d’amore canticchiata al telefono commenta prosaicamente: «Ho avuto un’erezione!». Che vogliano farci credere, dalla progressista America, che per gli omosex le relazioni sentimentali si possono giudicare solo da parametri prettamente sessuali? Dite la vostra, ma solo dopo aver visto La verità è che non gli piaci abbastanza!
Gay.it mette in palio 10 biglietti per andare al cinema gratis. Se vuoi vedere "La verità è che non gli piaci abbastanza" manda una mail a redazione@gay.it indicando il tuo nome, cognome, numero di telefono e indirizzo dove fare recapitare i biglietti. Gli estratti saranno contattati dalla nostra redazione.