Luca ha 16 anni, vive a Padova ed è in corsa per diventare rappresentante d’istituto. Ma sui manifesti ‘elettorali’ appesi al muro compare un altro nome. Paola, che Luca vorrebbe cancellare perché non gli appartiene più. La storia di Luca, ragazzo FtoM, compare oggi su LaRepubblica a firma Enrico Ferro, con il preside del Tito Livio di Padova che si è rifiutato di cambiare il suo nome sui manifesti: “E io dovrei ristamparli tutti? Non se ne parla”. Ma Luca ha deciso di dare battaglia.
Ciò che più mi dispiace è che il mio coming out sia stato così, indotto da un muro eretto contro di me. Mi ha stupito l’intransigenza del preside. E mi ha ferito per un motivo molto semplice. Non credo che abbia agito per un sentimento negativo nei miei confronti, semplicemente per menefreghismo, mancanza di tatto. Non si è posto il problema. Mi ha detto che non avrebbe certo potuto ristampare tutte le schede elettorali. Siamo a questo: una risma di carta vale più della mia dignità. Volevo che venisse tolto il nome della mia vita precedente, quello legato a un’identità di genere in cui io non mi riconosco. Volevo il nome con cui mi chiamano tutti gli amici, i compagni di classe.
Luca si sente ‘ferito, scosso‘, per un percorso di totale accettazione iniziato in terza media, ovvero due anni fa. “Mia madre lo sa, ma non l’ha ancora digerito e per questo spesso ci scontriamo. Mio padre non sa nulla”. Dagli amici, invece, “tanta solidarietà, vicinanza. Se tutti prendessero esempio da noi, dal nostro spirito di adattamento ai cambiamenti che la vita riserva, ecco forse sarebbe un mondo migliore”.
Ma Luca, nome di fantasia esattamente come Paola, non cede di un centimetro. “Io questo sono. Rivendico la libertà di vivere la mia vita come meglio credo, senza essere giudicato”.
Dura la replica di Alessandro Zan, deputato PD e relatore della legge contro omotransfobia:
La vicenda di Luca, studente al Liceo Tito Livio di Padova, deve essere chiarita: mai la scuola, in quanto istituzione primaria nella formazione delle nuove generazioni, si può rendere responsabile di discriminazioni, né può creare situazioni di disagio per i propri studenti. Per questo ritengo necessario che il dirigente scolastico del liceo padovano chiarisca al più presto la propria posizione. Tramite la scuola possiamo creare una società migliore, libera da stereotipi antichi e patriarcali, più inclusiva e solidale. È necessario uno sforzo da parte degli istituti scolastici affinché questi casi, spesso causati da confusione e scarsa conoscenza della materia – quindi in buona fede -, non degenerino in vere e proprie situazioni discriminatorie per gli studenti, il più delle volte minorenni. Anche per questo nella proposta di legge contro l’omotransfobia e la misoginia in esame in Parlamento sono contenute delle azioni positive che coinvolgono la scuola in progetti di inclusione ed educazione al rispetto per tutte le differenze.
Da qualche tempo la sezione commenti di questo sito si è trasformata in una vera e propria fogna a cielo aperto per via dei commenti omotransfobici di due troll (sempre gli stessi) Renzo Loi e maxware2, che prima si firmava luigi19. Quest'ultimo addirittura viene qui a promuovere e sostenere le cosiddette terapie riparative o di conversione dell'omosessualità e della transessualità, pericolose oltre che scientificamente infondate e per questo condannate dalla comunità scientifica. Mi chiedo perché la redazione di Gay.it non intervenga, moderando la sezione commenti (ora come ora chiunque può scrivere le peggio cose senza che esista prima un filtro), bannando una volta per tutte le persone che si firmano Renzo Loi e maxware2 e rimuovendo i loro commenti, a dir poco offensivi verso le persone LGBTQI+. Di commenti omostranfobici purtroppo è già pieno il web, doverli leggere anche su Gay.it è davvero assurdo e paradossale.