Altro weekend a tinte omofobe, nell’Italia in cui le destre e i vescovi fanno di tutto per affossare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Ieri sera una coppia gay di Torino in visita a Palermo è stata aggredita da un branco di ragazzini tra via Maqueda e via dell’Università.
Quattro adolescenti hanno prima insultato i due ragazzi, perché si tenevano per mano, prima di passare alle botte. Uno dei quattro ha spaccato una bottiglia in faccia ad uno dei fidanzati, immediatamente trasportato in ospedale. Sul posto sono immediatamente arrivate tre volanti della polizia.
“Siamo andati in via Maqueda alla ricerca di un bed & breakfast“, ha raccontato Stefano, 29enne di Torino, a LaRepubblica. “I nostri amici ne hanno identificato uno in via Porta Di Castro e si sono allontanati. Io e il mio compagno abbiamo continuato a passeggiare. Un gruppo di ragazzi ha cominciato a offenderci. Noi siamo rimasti indifferenti. Ma a quel punto ho sentito che qualcuno mi colpiva alle spalle, prima con un pugno e poi con una bottiglia. Sono caduto per terra. Ricordo che erano in quattro a picchiarmi, mentre altri guardavano e ridevano intorno a me mentre mi prendevano a calci e pugni. Mi sono messo in posizione fetale per proteggermi, gridavo aiuto e nessuno interveniva. Per fortuna ci hanno raggiunto i nostri amici e quei bulli sono scappati via verso via dell’Università. Ci hanno preso a calci e pugni per tre minuti, mi hanno lanciato in faccia una bottiglia e ho temuto di morire. Nessuno è venuto ad aiutarci, nonostante la strada fosse piena di gente. La bottiglia coi cui mi hanno colpito ha quasi raggiunto l’occhio. Io temevo anche che me la infilassero in pancia. Mai vista tanta crudeltà gratuita“.
Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ha definito l’aggressione “un atto vile che nulla ha a che vedere con il cambiamento culturale di una città che promuove, giorno dopo giorno, i diritti della persona. Questo episodio criminale ribadisce inoltre l’importanza e l’urgenza dell’approvazione del ddl Zan. La politica non può più perdere tempo“.
Solo ieri avevamo raccontato quanto accaduto al Pigneto, quartiere multietnico di Roma, con un giovane minacciato da un uomo in pieno giorno, nell’indifferenza generale, al grido “stamme lontano se sei fr*cio, te do ‘na testata”. Storie di ordinaria omotransfobia all’italiana che parte della politica nazionale finge di non vedere, alimentando disinformazione sulle nostre vite.
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