Il Consiglio comunale di Palermo ha respinto un ordine del giorno che chiedeva alla sua assemblea di aderire al Palermo Pride 2024, la cui data appena annunciata è quella del 22 Giugno (qui le date di tutti i Pride italiani 2024, pagina man mano aggiornata).
La votazione ha spaccato la maggioranza, innescando un furente dibattito. Secondo quanto riporta il quotidiano La Sicilia, i consiglieri Mariangela Di Gangi, Massimo Giaconia e Giuseppe Miceli, firmatari della richiesta di adesione e sostegno al Palermo Pride, hanno evidenziato come la bocciatura non sia avvenuta per un vizio di forma. Secondo i tre consiglieri, la maggioranza che sostiene il sindaco Lagalla, si è di fatto dissociata dal Pride, accogliendo le posizioni dell’estrema destra.
I firmatari della mozione di supporto al Palermo Pride hanno chiesto chiarimenti alle componenti centriste della maggioranza palermitana, in particolare allo stesso sindaco Roberto Lagalla, e a Matteo Renzi e Italia Viva che sostiene centro destra ed estrema destra a Palermo. Di Gangi, Giaconia e Miceli hanno sollecitato anche Forza Italia e Democrazia Cristiana a prendere posizione rispetto ai diritti civili:
“Quel che è certo è che anche su questo la città, i palermitani e le palermitane sono più avanti della maggioranza in Consiglio comunale e saranno ancora una volta presenti in massa il prossimo 22 giugno per rivendicare diritti per tutti e tutte, a Palermo come altrove”
Il Partito Democratico palermitano ha reagito alla decisione del Consiglio comunale esprimendo preoccupazione, e affermando che il Palermo Pride è stato fondamentale per costruire l’immagine di una città inclusiva, accogliente e tollerante nel corso degli anni e che non si dovrebbe tornare indietro su qualcosa di già acquisito.
Già l’anno scorso, con il trionfale Pride dei 100.000 a Palermo, la maggioranza si era spaccata. Carolina Varchi, parlamentare firmataria del disegno di legge che vorrebbe rendere la gestazione per altri reato universale, aveva duramente attaccato il sindaco Lagalla per il patrocinio al Pride. Quest’anno, il potere meloniano da Roma ha fatto sentire con più veemenza la propria voce, fino a trascinare il moderato Lagalla in una posizione anti-Pride. Un altro segnale del lento scivolamento dell’Italia verso una destra illiberale, sul modello ungherese.
Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo (Italia Viva), ha difeso la posizione del sindaco Lagalla, affermando che il sostegno al Palermo Pride è sempre stato chiaro e inequivocabile e che non è necessario ribadirlo ogni anno tramite istanze politiche. Chinnici ha respinto l’idea che l’ordine del giorno fosse appropriato, sostenendo che avesse più a che fare con la strumentalizzazione politica, che con il sostegno effettivo al Pride. E ha sottolineato che, nonostante ci siano sensibilità diverse all’interno della maggioranza, la posizione del sindaco è coerente con il suo impegno passato a favore del Pride, già durante il suo mandato come rettore dell’Università.
Soltanto una questione di forma? A noi pare che si torni indietro ovunque, da Aosta a Palermo. È il clima che l’estrema destra italiana sta pian piano dipanando nel paese, penetrando ovunque. Siamo sicur* che la comunità queer palermitana saprà reagire a dovere.
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