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Patente rifiutata perché gay, sarà risarcito dallo Stato con 100mila euro

Dopo quasi vent’anni arriva la parola fine sul caso di Danilo Giuffrida: a pagare saranno i ministeri dei Trasporti e della Difesa.

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Era il 2000 a Catania, quando Danilo Giuffrida non ricevette la patente perché omosessuale: ora lo Stato pagherà i danni.

La Corte d’Appello di Palermo ha stabilito che Giuffrida, catanese di 36 anni ora residente in Giappone, ottenga 100mila euro dai ministeri dei Trasporti e della Difesa come risarcimento danni per essere stato dichiarato inidoneo a ricevere la patente in base al proprio orientamento sessuale.

Ad informare la Motorizzazione della sua omosessualità fu la Marina militare, che ebbe già modo di discriminare il giovane siciliano durante la visita di leva: alla dichiarazione di essere gay da parte di Giuffrida gli esaminatori gli dissero di non crederci e che avrebbe dovuto attestarlo iscrivendosi all’Arcigay.

La vicenda, che oggi ci appare discriminatoria quanto assurda, era stata rinviata dalla Corte di Cassazione ai giudici palermitani per dare una definitiva valutazione economica del danno subito, dopo che era stato ridotto a 20mila euro dal tribunale di Catania. Secondo i magistrati di Palermo si è trattato di un “reiterato comportamento di omofobia” e hanno perciò condannato i due ministeri a pagare anche tutte le spese processuali.

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