Oggi 41enne, Patrice Evra è un ex calciatore francese dal 2014 al 2017 visto anche in Serie A, con la maglia della Juventus. Ritiratosi nel 2018, Evrà nel 2019 si rese protagonista di insulti omofobi dopo la partita di Champions League fra Paris Saint-Germain e Manchester United, finita 1-3. Al termine del match Evra, ex United, diede delle “checche” ai calciatori della squadra parigina, sottolineando come “qui parlano gli uomini“.
4 anni dopo Patrice è stato condannato dal tribunale di Parigi per omofobia. Multi-milionario, Evrà dovrà versare 1000 euro a Mousse e Stop Omofobia, associazioni LGBTQ+ francesi che si erano costituite come parte civile. L’avvocato Etuenne Deshoulières ha così commentato la sentenza.
“Le affermazioni omofobe di una personalità come Patrice Evra alimentano l’odio e la violenza nei confronti delle persone LGBT, in particolare nei paesi dove l’omosessualità è repressa penalmente. Come in Senegak, paese da dove viene Patrice Evra”.
Un anno fa Evra aveva provato a riparare il danno commesso, parlando di omosessualità nel mondo del calcio dalle pagine de Le Parisien: “Ho giocato con giocatori gay. Faccia a faccia, si sono aperti con me perché hanno paura di parlare diversamente. Essere gay nel calcio è ancora un tabù. Non puoi essere un giocatore gay, la gente impazzirebbe, ed è un peccato“.
Forse anche perché ancora oggi esistono calciatori o ex calciatori come lui che fanno distinzioni tra “uomini” e “checche”?
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