In un’Italia in cui la ministra per le pari opportunità Eugenia Roccella “non vede omofobia”, le minacce e le violenze contro le persone LGBTQIA+ proseguono a ritmo spaventoso.
L’ultima denuncia arriva da Piacenza. Un 44enne originario del Venezuela ha trovato la propria auto distrutta, vandalizzata, con scritto a lettere cubitali “fr*ccio devi morire” sul parabrezza e “maledetto gay” sul lunotto posteriore. A darne notizia il Corriere di Bologna.
“Vivo in Italia da ventidue anni e mai mi era capitato qualcosa neppure di lontanamente paragonabile a questo“, ha raccontato l’uomo che è residente a Piacenza da quasi 10 anni. “Sono un imprenditore che opera nel mondo della piccola ristorazione“, ha precisato il 44enne, titolare di un bar.
“Il mio lavoro mi porta ad interagire quotidianamente con le persone e mai ho avuto problemi dovute al mio orientamento sessuale”. “Avevo parcheggiato, lasciando l’auto in strada, negli appositi spazi “blu” come da mia abitudine e mi sono diretto a casa. Questa mattina l’amara sorpresa. Ero uscito intorno alle 8 per recuperare l’auto con cui sarei andato in palestra. Ho trovato quella signora che mi ha guardato dispiaciuta che mi ha detto: “Guarda che hanno fatto”. Sono rimasto impietrito. Poi sono arrivati i poliziotti che sono stati molto gentili e si sono subito messi alla ricerca di elementi utili all’indagine“.
L’uomo è stato fortunatamente travolto dall’affetto e dalla vicinanza dei vicini di casa. Anche il personale della società di noleggio dell’auto è stato altrettanto premuroso, trovando subito un’auto sostitutiva. Il criminale che ha distrutto e vandalizzato l’auto ha sfondato il finestrino con un sampietrino.
“Non mi hanno preso niente. Un gesto gratuito di pura cattiveria. Ho pensato e ripensato a lungo su chi possa aver compiuto un tale gesto nei miei confronti. Non posso davvero puntare il dito contro nessuno, neppure quando ero a Milano, dove ho vissuto per una decina di anni. Non ho mai avuto problemi di sorta nè con clienti nè vicini di casa. E questo mi spaventa, significa che qualcuno mi ha messo nel suo mirino solo perché non sono eterosessuale“.
Una paura che coinvolge anche il compagno dell’uomo e un amico di famiglia, con cui la coppia condivide l’appartamento.
“Adesso hanno paura. Ma non per la loro incolumità: temono per me, che la cosa possa degenerare. Mi sembra di vivere un incubo”.
Foto cover: CorriereDiBologna
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