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Nella giornata di ieri a Varsavia si è tenuta una manifestazione LGBT che si è presto tramutata in una mattanza di Stato. Oltre 50 arresti e botte da parte della polizia, intervenuta in massa sui pacifici manifestanti, scesi spontaneamente in strada dopo l’annuncio della “detenzione preventiva” ai danni dell’attivista Margot Szutowicz.
In Polonia la campagna di odio contro la comunità LGBTI prosegue dall’ottobre del 2018, diventando addirittura centrale nel corso delle elezioni presidenziali di poche settimane fa, che hanno visto il presidente Duda vincere al ballottaggio. Negli ultimi 12 mesi oltre 100 comuni polacchi si sono dichiarati zone “free-LGBT”, scatenando l’ira della comunità europea, ancora troppo ‘leggera’ nei confronti di un Paese che ha tramutato in normalità la discriminazione, l’omotransfobia.
Björn van Roozendaal di ILGA-Europe ha tuonato: “Alla comunità LGBTI viene negato il diritto di esistere dal principale partito politico. Le persone LGBTI in Polonia vivono in una situazione di pressione costante e repressiva, senza accesso alla giustizia o alla protezione dello Stato. In circostanze come queste, dove i membri emarginati della società vengono attaccati da tutte le parti, le proteste e l’attivismo sono inevitabili e possono anche essere considerate come risposta al fallimento del governo nel tutelare i loro diritti fondamentali e alle sproporzionate risposte delle forze dell’ordine. Non dimentichiamoci che sta accadendo in un paese dell’UE dove i diritti umani di tutti i cittadini sono profondamente radicati. Chiediamo alle istituzioni internazionali per i diritti umani, tra cui l’Unione europea, il Consiglio d’Europa e le Nazioni Unite, di alzare la voce contro la violenza della polizia e la detenzione arbitraria, e di pretendere il rispetto dello stato di diritto e dei diritti fondamentali per il popolo LGBT della Polonia“.
Le immagini scioccanti della polizia che si avventa sui pacifici manifestanti hanno presto fatto il giro dei social. Non ci sono informazioni su chi sia stato arrestato e dove sia stato portato. I detenuti non hanno avuto contatti con le loro famiglie, non sono stati ammessi avvocati nè politici dell’opposizione. I diritti della difesa sono stati violati in ogni fase di fermo. Le persone sono state interrogate senza la partecipazione di un avvocato difensore. È stato negato il diritto all’informazione. Quello che è successo ieri non è normale ed è una chiara violazione dei diritti umani.
Foto Cover: Kampania Przeciw Homofobii
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Probabilmente le Istituzioni Europee preposte alla difesa dei diritti umani attendono che questa lebbra dell'omofobia contagi il resto dell'Unione. E , come diceva B.Brecht , poi passeranno ad altre minoranze. Ma in che mondo viviamo?