Ancora omofobia e ancora polemiche sulla scuola, dopo quanto avvenuto a fine gennaio in un liceo di Milano.
Dalla Lombardia siamo passati alla Toscana, con il Liceo XXV Aprile di Pontedera duramente accusato dall’Osservatorio per le politiche della famiglia di Cascina. Dall’8 al 10 febbraio, infatti, si sono tenute le ‘Giornate Alternative’, che costituivano parte integrante della programmazione scolastica. Obbligo di presenza per tutti gli studenti, per una tre giorni basata sul tema ‘Diritti e Discriminazioni‘.
“Tra le attività figuravano” denuncia l’Osservatorio, “il film ‘Pride’, sostanzialmente di propaganda gay; incontri sulle malattie sessualmente trasmesse; incontri sul linguaggio di genere ed identità sessuale. Altri incontri su tematiche analoghe erano poi svolti nell’ambito delle attività facoltative”.
Definire Pride di Matthew Warchus un film ‘di propaganda gay’ fa alquanto sorridere, visto e considerato che narra fatti realmente accaduti, è stato nominato ai Golden Globe, ha vinto 2 Bafta, la Queer Palm al Festival di Cannes ed è stato acclamato in mezzo mondo. Eppure dall’Osservatorio non si fermano, proseguendo l’attacco.
“I temi svolti, di natura ‘sensibili’ ed attinenti a precise scelte educative delle famiglie non risulta siano stati fatti oggetto di un consenso informato adeguato completo. Non ci risulta che a trattare di temi scientifici siano stati infettivologi o comunque, persone con adeguata preparazione. Stupisce poi che sui temi della sessualità si sia dato il monopolio ad un’associazione che intende rappresentare solo una parte ben determinata della società e stupisce ancor di più che, in contrasto con la buona prassi educativa, su materie così sensibili sia stato evitato ogni pur minimo contraddittorio“.
Torna quindi d’attualità il famigerato ‘contraddittorio’, come se dovesse esistere una voce ‘contro’ nel parlare di diritti, discriminazioni e sessualità, con l’Osservatorio che si è appellato al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, al dirigente regionale e al Ministero dell’Istruzione, affinché “episodi del genere non abbiano a ripetersi e la scuola riprenda quella funzione educativa che le compete nel rispetto degli alunni anzitutto e quindi delle famiglie e della loro primaria libertà educativa”.
Funzione ‘educativa’ chiaramente esercitata, checché ne dicano gli esponenti di un Osservatorio che nasce con l’intenzione di “ribadire la differenza tra i sessi” e contrastare il “propagandare una deriva omosessualista”.
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