In un’intervista al settimanale Chi in edicola da domani Povia rivela gli incubi che lo hanno perseguitato nella sua adolescenza fra cui le droghe: «Da adolescente ho iniziato con le canne, poi sono passato alla cocaina. Intorno ai 24 anni ho vissuto un periodo massacrante», ha detto il cantante. «Ho chiuso con le droghe verso i 27-28 anni e da cinque mesi non bevo più nemmeno una birra», aggiunge l’artista che ha posato per la rivista con la compagna Teresa, che gestisce un asilo nido a Firenze, e le loro due bambine, di 4 e un anno e mezzo.
«Ho sofferto anche di depressione e attacchi di panico. Cercavo forza nella musica – spiega – ma non riuscivo ad affermarmi. Quando stavo male, mi mettevo sotto il cuscino e dicevo le preghiere». E a proposito del rapporto fra uomo e donna Povia dice: «Si è persa l’intimità, tutto è esibito e la donna riversa la propria femminilità in politica, nella cultura e nel sociale. Quando vedi donne che corteggiano gli uomini in tv, il messaggio è sbagliato» riferendosi alla trasmissione di Maria De Filippi. A proposito della sua canzone il cantante dice che «Il Gay Pride va contro i gay, leva l’intimità. Vederli in mutande che si strusciano – chiude – sarebbe brutto anche se fossero etero, così ci rimettono i gay veri".
Sul caso creatosi intorno al brano Luca era gay è intervenuto in una differente occasione anche il collega Franco Califano che all’incontro avvenuto questa mattina con gli studenti della facolta’ di giurisprudenza dell’universita’ degli studi Roma Tre ha detto: «Povia non e’ stato capito», «Di "Luca era gay" non è stato capito il testo. Luca è diventato gay – spiega il Califfo – perché tormentato dalla madre troppo oppressiva. Poi una donna l’ha tolto da un mondo non suo. Povia mi è simpatico. Lui gioca con la musica: è allegro, divertente».
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