Nel comasco una tomba fa discutere per i suoi colori. O forse perché racconta una storia d’amore gay lunga 36 anni.
Se vi è capitato di entrare in un cimitero avrete senz’altro incontrato una tomba riccamente scolpita o una cappella imponente, per lo più rivendicazioni sospese tra qui e l’aldilà sul potere o sulla ricchezza dei defunti e delle loro famiglie.
A ben guardare un peccatuccio di superbia, tuttavia ben tollerato nell’idea che i defunti siano ricordati nel modo scelto da loro o dai loro cari.
Non sta godendo della stessa indulgenza invece la lapide di Carlo Annoni, infermiere e attivista gay brianzolo scomparso in aprile a 61 anni. Una tomba oro e azzurra, ricca di fiori e foto con il compagno di una vita, Corrado Spanger.
Una scelta vistosa sì, che ha attirato dal primo giorno la curiosità dei visitatori, ma fatta per un buon motivo: “Carlo e io abbiamo voluto far capire che l’amore gay non ha in sé nulla di male – ha raccontato Corrado al Corriere della Sera – ma anzi, se vissuto con intensità e in modo totalizzante, come il nostro, regala una vita a colori”.
La storia di Carlo e Corrado però non ha fatto breccia nel centrodestra cittadino che, fatte sue le critiche alla tomba, promette di intervenire; Forza Italia ha depositato infatti una mozione per spingere la giunta di centrosinistra a varare un “piano dei colori” che impedisca l’uso di tinte vistose nel cimitero comunale. Con buona pace dell’amore e della vita a colori.
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È una tomba cazzo, basta cambiare colore e saranno tutti contenti.
Tranne quello che l'ha fatta così colorata per una motivazione più che valida
E ovviamente al morto, che di meno non gliene può fregare
sarà ma non vedo perché c'è gente che deve stracciare il cosiddetto per una tomba. È una roba persona quindi non scassino le pa""e