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Quando il Dr. Anonymous fece coming out: “Sono omosessuale e psichiatra”

Nel 1972 all’American Psychiatric Association, lo psichiatra smantellò ogni correlazione tra omosessualità e malattia mentale.

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Quando il Dr. Anonymous fece coming out: "Sono omosessuale e psichiatra"
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Era il 2 Maggio del 1972 quando lo psichiatra John Fryer, sotto lo pseudonimo di Henry Anonymous, dichiarò al mondo di essere omosessuale: lo fece nella sala dell’Adolphus Hotel di Dallas, al convegno dell’American Psychiatric Association, davanti i volti più importanti della psichiatria mondiale. Anonymous si presentò mascherato con il volto coperto da una maschera del presidente Nixon, uno smoking fuori taglia, e una parrucca di riccioli neri. “Sono uno psichiatra e sono omosessuale” disse al microfono, utilizzando una piattaforma gigante per smantellare ogni correlazione tra omosessualità e malattia mentale.

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Credit: Historical Society of Pennsylvania)

Dieci minuti di discorso abbastanza potenti da generare un cambiamento storico: nel giro di un anno, l’America Psychiatric Association chiedeva per la prima volta di non considerare più l’omosessualità un disturbo mentale, abolendo ogni cura ripartiva (che andavano dall’elettroshock alla castrazione chimica). Nel 1973 l’omosessualità non faceva più parte del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). In un’epoca dove la “sodomia” era considerata illegale in più di 42 Stati americani, l’omosessualità smetteva di essere un motivo valido per licenziare una persona – inclusi innumerevoli psichiatri omosessuali costretti a nascondersi per non essere radiati dall’albo – per non dare cittadinanza, o costringerla a cure invasive e brutali.

Quando il Dr. Anonymous fece coming out: "Sono omosessuale e psichiatra"
John Ercel Fryer

Fryer volò a Dallas e per più di vent’anni non rivelò mai la sua vera identità, né ad amici né alla famiglia. Cambiò il mondo e sparì dai riflettori fino al 2003, quando morì all’età di 65 anni. Dichiarò che nel travestimento poteva essere libero di fare e dire tutto quello che voleva, di cambiare la sua vita e quella di qualunque altro collega, scoprendo per la prima volta un potere impensabile fino allora: “Il giorno è passato, è arrivato e se n’è andato e io sono ancora vivo.” scrisse nel suo diario: “Per la prima volta mi sono identificato con una forza simile alla mia individualità.”

Leggi anche: Guarire l’omosessualità”: le atroci terapie riparative, solo alcuni Paesi le vietano

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