Queering the Map: la mappa rosa della comunità LGBTQIA+ che sta spopolando su TikTok

Queering The Map: l'esperienza LGBTQIA+ globale su una mappa rosa.

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Una mappa rosa, delle puntine nere e un mondo di esperienze queer da condividere. Si potrebbe descrivere solo così il sito web “Queering the Map”, che in questi giorni sta esplodendo su TikTok con migliaia di video e attrettante visualizzazioni.

Il progetto nasce in Canada, a Montreal, dalla mente di Lucas LaRochelle nel 2017. L’obiettivo, quello di incoraggiare le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ di condividere le proprie esperienze anonimamente, e riempire tutta la mappa.

“Non è la prima volta che Queering The Map va virale” ha spiegato LaRochelle alla stampa. “Tuttavia, non ho mai visto il boom di quest’anno. Ed essendo da solo a gestire il progetto, mi sono trovato a passare quasi otto ore al giorno a moderare le nuove entries sulla mappa!”.

Grazie alle diverse condivisioni su TikTok nell’ultimo mese, Queering The Map ha ricevuto oltre 250.000 visitatori. E tutto è partito da Ismail Jan, un TikToker pakistano residente a Londra, che ha condiviso per la prima volta uno screenshot del sito su TikTok.

“La mattina dopo ho guardato la mappa del Pakistan, e quasi stentavo a credere al numero di nuovi messaggi lasciati dalla comunità LGBTQIA+ nel mio paese” ha scritto Jan, spiegando che molte delle locations utilizzate erano posti che lui conosceva davvero.

È noto che le relazioni omosessuali in Pakistan sono non solo fonte di indignazione, ma anche formalmente illegali. Ed ecco il motivo per cui Jan ha deciso di condividere Queering The Map con I suoi followers, per mostrare al mondo che la comunità LGBTQIA+ esiste anche nei paesi in cui si cerca in tutti i modi di reprimerla.

Essere queer può tradursi spesso in un’esperienza solitaria. Essere queer e di colore è forse ancora peggio” ha dichiarato. “Queering The Map è un ottimo modo per far capire – specialmente ai giovani – che l’esperienza LGBTQIA+ è condivisa, in tutto il mondo. E che non siamo soli”.

Ed è lo stesso sentimento che ha spinto LaRochelle a creare il sito web: per dimostrare che non ci sono barriere e la propria identità esiste a prescindere dal paese in cui ci toviamo. E che, anche se non è possibile dimostrarlo pubblicamente, le comunità vicine ci sono.

“Gli strumenti digitali come le mappe possono facilitare un senso di appartenenza che va oltre allo spazio fisico in cui ci troviamo”.

Come funziona Queering the Map e come inserire la tua esperienza

Dovrai innanzitutto recarti sul sito web di Queering The Map. Dopodichè, ti basterà selezionare una località precisa sulla mappa e ti si aprirà una schermata in cui potrai condividere la tua esperienza, unica per il posto in cui ti trovi.

Ci sono persone che raccontano del loro primo bacio, ma alcuni – purtroppo – condividono le loro esperienze con persone transfobiche o omofobe” spiega LaRochelle. “Il che, tuttavia, contribuisce a dipingere uno spaccato reale della vita quotidiana della comunità LGBTQIA+ in giro per il mondo”.

Una volta inviata la tua esperienza, dovrai aspettare che essa sia approvata dai moderatori – che includono, ma oggi non sono più solo LaRochelle. L’ideatore del sito ha infatti scelto di assumere volontari per aiutarlo nel compito.

I moderatori si occupano di schermare il fin troppo frequente hate speech, lo spam, ed eventuali casi di doxxing, per assicurare a tutti un’esperienza sicura e libera per tutti coloro che invece visitano il sito per contribuire e goderne.

Da dove nasce l’idea di Queering The Map

In realtà, LaRochelle stesso spiega che la primissima idea per creare Queering The Map è arrivata dalla sua stessa solitudine, e dalla volontà di connettersi con la propria comunità sia a livello locale che globale.

L’obiettivo primario è quello di rendere note le esperienze trans e queer direttamente dalla bocca delle persone che le hanno vissute. Dall’ordinario primo bacio, allo straordinario viaggio in un posto remoto dell’Islanda”.

LaRochelle spiega però che moderare i contenuti è anche un’esperienza molto forte dal punto di vista emotivo. Ma che comunque, ne vale la pena se serve a far sentire anche solo una persona meno sola.

È un ruolo che prendo molto seriamente. Sono molto grato di poter conoscere per primo – ed essere promotore delle storie incredibili della comunità LGBTQIA+ globale”.

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