Dopo settimane di trattative, Roberto Mancini è ufficialmente diventato il nuovo commissario tecnico dell’Italia.
Salutato lo Zenit San Pietroburgo, sarà proprio l’ex numero 10 di Lazio e Sampdoria a guidare la nazionale dopo il fallimento mondiale targato Giampiero Ventura. 53enne di Jesi, Mancini ha vinto 3 scudetti e 2 Supercoppe da allenatore dell’Inter, 4 Coppe Italia (1 con la Lazio e una con la Fiorentina), un campionato, una coppa d’Inghilterra e una Community Shield con il Manchester City, oltre a un coppa di Turchia con il Galatasaray.
Tornato ad allenare i nerazzurri nel novembre del 2014, Mancini, padre di 3 figli con l’ex moglie Federica Mancini, venne pesantemente insultato dal collega Maurizio Sarri, tecnico del Napoli che gli diede del frocio. Con coraggio Mancini denunciò quanto accaduto in diretta tv, al termine della partita, scatenando una polemica a dir poco inedita nell’omertoso e tendenzialmente omofobo mondo del calcio tricolore. Intervistato da LaRepubblica, Mancini divenne portavoce di una battaglia quantomai attuale.
“Il problema non è che Sarri abbia offeso me. Non mi sento toccato dai suoi insulti, figuriamoci. Lui in realtà ha offeso tante persone, tanti poveri ragazzi che in Italia o in altre parti del mondo vengono presi in giro, vengono derisi da gente che pronuncia certe paroline con tanta facilità. Poi magari ogni tanto capita che qualcuno si suicidi perché non ce la fa più. Quante volte abbiamo letto di storie simili?”. “Mi avesse detto figlio di… o pezzo di m… non me ne fregava niente, era chiaro che sarebbe rimasto un fatto di campo. Ma è ora di finirla con certe offese, quando ci sono persone che tutti i giorni le subiscono e soffrono e ci si rovinano la vita. Per giunta non possono arrivare da una persona di sessant’anni, e che allena in serie A”.
Parole da ricordare, dinanzi alla sua promozione a ct della nazionale italiana fino al 2020, con un multiplo esordio dietro l’angolo: il 28 maggio in amichevole contro l’Arabia Saudita, il 1° giugno a Nizza contro la Francia e il 4 giugno a Torino contro l’Olanda. Per rialzarsi dal flop di Russia 2018 era necessario ripartire da un tecnico capace, vincente e intelligente. Roberto Mancini parrebbe essere il profilo giusto.
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