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Roma: nasce il comitato coppie di fatto

Storace, presidente della regione Lazio, promette che aiuterà anche le coppie gay, ma le coppie di fatto a Roma si organizzano in un comitato.

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Mezza marcia indietro del presidente della Regione Lazio Francesco Storace, dopo le dichiarazioni riguardanti il progetto di stanziare quattro miliardi per aiutare le famiglie regolarmente sposate in difficoltà economiche. «Se c’è una coppia in difficoltà, noi interverremo. Anche se non è sposata. E pure se è gay…», ha detto Storace, precisando che quei soldi sono stati stanziati nell’ambito di un progetto per aiutare le famiglie bisognose, intendendo con "famiglie" quelle considerate dalla Costituzione, cioè quelle fondate sul matrimonio. Ciò non toglie che all’esame del governo della regione Lazio presieduto dall’esponente di An ci siano anche provvedimenti per aiutare le altre fasce della popolazione in stato di bisogno, indipendentemente dal loro stato civile e, come dice lo stesso Storace, «senza discriminazioni di sesso. Ma – aggiunge – non confondiamo la legge sulla famiglia con i contributi ai poveri».

Come si può capire non si tratta di una vera e propria apertura alle coppie di fatto, né tantomeno un riconoscimento delle unioni omosessuali, in riferimento alle quali Storace liquida il discorso dell’equiparazione con le famiglie tradizionali con un: «Non possono avere bambini. Ma di che stiamo parlando?».

Così a Roma, le coppie di fatto cercano di darsi una struttura che consenta di coordinare gli sforzi tesi a raggiungere maggiore incisività a livello politico e danno vita al comitato per i diritti delle coppie di fatto. A tenerlo a battesimo c’erano ieri il presidente della commissione Roma Capitale, Luca Nitiffi della Margherita, che non concede tregua al presidente della Regione: «Storace pensa ancora che la famiglia sia rapresentata esclusivamente da persone che si sposano e che concepiscono dei figli – ha affermato Nitiffi – La realtà è diversa, e Storace deve capire che è stato votato anche da gay e da persone che convivono».

Accanto a Nitiffi, c’era Imma Battaglia, presidente della neonata Di’GayProject, che ha detto: «Le forme aggregative della nostra società sono cambiate, e non è giusto che le coppie di fatto non abbiano gli stessi diritti di quelle tradizionali. Se il presidente della Regione Lazio assegna 4 miliardi alle coppie sposate, allora è giusto destinare altri 4 miliardi a quelle di fatto».

Tra gli obiettivi ultimi del comitato, c’è l’istituzione del registro delle unioni civili, di cui, come ricorda Imma Battaglia, «aveva parlato Rutelli, senza fare nulla. Adesso – aggiunge la Battaglia – è ora che questa giunta faccia un passo coraggioso. Sempre più paesi, in Europa, danno la possibilità ai gay di sposarsi. Roma deve adeguarsi».

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