24 cover, la stragrande maggioranza delle quali sotto forma di duetto. La terza serata del Festival di Sanremo è diventata da anni una delle più attese. Con alterni risultati, raccolti nell’immancabile pagellone riassuntivo.
Michele Zarrillo con Fausto Leali – Deborah: brano del 1968 originariamente cantato dallo stesso Leali, Deborah riprende vita all’Ariston dopo il 4° posto di un tempo conquistato insieme a Wilson Pickett. Leali travolgente, Zarrillo in formissima. Bravi – voto 7
Junior Cally con i Viito – Vado al massimo: 38 anni dopo il ‘flop’ festivaliero di Vasco Rossi, Vado al Massimo riprende vita sotto formarap con lo smascherato Cally e il duo romano. Brano stravolto, sotto forma balneare – voto 5
Marco Masini con Arisa – Vacanze romane: capolavoro dei Matia Bazar del 1983, praticamente mai cantato da un uomo e qui ‘rischiato’ da Masini, letteralmente salvato da una Arisa tirata a lucido, platino e smagliante. Però proprio Masini è la parte debole del pezzo – voto 5
Riki con Ana Mena – L’edera: un giovane che canta Nilla Pizzi? Esatto. Stravolgendo l’Edera, seconda classificata a Sanremo ’58. Operazione nostalgia tra campionamento e rinnovamento. Si apprezza il rischio, altissimo, con Riki vestito come giovine e squattrinato DiCaprio a bordo del Titanic – voto 6
Raphael Gualazzi con Simona Molinari – E se domani: rifare Mina, un potenziale suicidio. Ma Gualazzi, elegantissimo, trasforma un classico immortale in qualcosa di completamente diverso. Che classe, e che voce strepitosa la Molinari – voto 8
Anastasio con la Premiata Forneria Marconi – Spalle al muro: 30 anni dopo l’epocale live di Renato Zero, l’ultimo vincitore di X Factor smonta e rimonta pezzo per pezzo un capolavoro. E fa centro – voto 7.5
Levante con Francesca Michielin e Maria Antonietta – 33 anni dopo il trionfo di Tozzi, Morandi e Ruggeri, da tre uomini a tre donne. E che donne. Una cover tutta voce, classe e passione, anche se imperfetta nelle armonizzazioni – voto 7
Alberto Urso con Ornella Vanoni – La voce del silenzio: pronti, via, e l’immortale Ornella d’azzurro vestita fa sua la scena. Si inceppa, recupera a fatica, ruba luce al giovane Urso, fa sua una strofa di Alberto. Ed è standing ovation, sempre e comunque – voto 4
Elodie con Aeham Ahmad – Adesso tu (Eros Ramazzotti – 1986): accompagnata al piano, tutta interpretazione e voce. Ha osato poco, è andata sul sicuro. Scelta saggia – voto 7
Rancore con Dardust e La Rappresentante di Lista – Luce (tramonti a nord est): preso un successone, disfatto, riassemblato. Un colpaccio di fulmine – voto 7
Pinguini Tattici Nucleari – Medley: da Papaveri e Papere a Rolls Royce, un super medley sanremese. Tanta caciara e nessun nesso tra un brano e l’altro. Un frullatone di capodanno – voto: 5
Enrico Nigiotti con Simone Cristicchi – Ti regalerò una rosa: Simone Cristicchi canta Simone Cristicchi grazie a Nigiotti, che ha voluto giocare facile. Troppo facile, affidando ad un ex vincitore la sua stessa canzone. Perfetta, perché quella è la canzone e quello è il cantante, ma siamo dinanzi ad un cortocircuito – voto: 5
Giordana Angi con i Solis String Quartet – La nevicata del ’56: chi se non lei, per provare a omaggiare Mia Martini, 30 anni dopo la sua apparizione al Festival. Con archi alle spalle, tiene sull’interpretazione e sale con la voce – voto: 6.5
Le Vibrazioni con i Canova – Un’emozione da poco: finalmente Anna Oxa a Sanremo 2020, 42 anni dopo il suo indimenticato esordio. Sarcina fa Sarcina, con Beppe Vessicchio traino acchiappavoti di rara potenza e i Canova puro contorno – voto: 6.5
Diodato con Nina Zilli – 24 mila baci: 50 anni e non sentirli, con una Zilli versione cartoonist e un Diodato strabordante – voto: 7
Tosca con Silvia Pérez Cruz – Piazza Grande: il duetto della serata. Una cosa sensazionale. Perfette. Ipnotiche – voto 10
Rita Pavone con Amedeo Minghi – 1950: il maestro in mostruose difficoltà. Si capisce poco di quel che dice, appare spaesato, mentre la Pavone è scatenata. Tiene la canzone da sola. Ma è ardua – voto 6
Achille Lauro con Annalisa – Gli uomini non cambiano: cantare Mia Martini omaggiando Ziggy Stardust, aka David Bowie. Solo Achille Lauro poteva osare tanto. E riuscire nell’impresa, grazie ad una sublime Annalisa a traino. Intensi – voto: 9
Bugo e Morgan – Canzone per te: le voci dei due proprio non si trovano, neanche dinanzi a Sergio Endrigo. Brano complesso, ma live al limite del disastro – voto: 3
Irene Grandi con Bobo Rondelli – La musica è finita: un capolavoro di canzone, per un duetto da brividi. Ineccepibili entrambi – voto: 7.5
Piero Pelù – Cuore matto: un duetto con il ricordo video di Little Tony per l’ex Litfiba, che rockeggia sulle note di un classico immortale. Convincendo – voto: 7
Paolo Jannacci con Francesco Mandelli e Daniele Moretto – Se me lo dicevi prima: Jannacci figlio fa Jannacci padre. Omaggio dovuto, riuscito – voto: 6
Elettra Lamborghini con Myss Keta – Non succederà più: si vuole bene ad entrambe, inutile girarci attorno, ma quello è l’Ariston, e non il karaoke al Blanco. Indifendibili – voto: 1
Francesco Gabbani – L’Italiano: dopo la scimmia virale, il bandierone tricolore. Furbo, fastidiosamente furbo. Bravo, ma insopportabilmente paraculo – voto: 6
CLASSIFICA COVER – VOTO ORCHESTRA
1) Tosca
2) Piero Pelù
3) Pinguini Tattici Nucleari
4) Anastasio
5) Diodato
6) Le Vibrazioni
7) Paolo Jannacci
8) Francesco Gabbani
9) Rancore
10) Marco Masini
11) Raphael Gualazzi
12) Enrico Nigiotti
13) Rita Pavone
14) Irene Grandi
15) Michele Zarrillo
16) Achille Lauro
17) Levante
18) Giordana Angi
19) Elodie
20) Alberto Urso
21) Junior Cally
22) Riki
23) Elettra Lamborghini
24) Bugo e Morgan