Sono passate meno di 48 ore dall’inatteso annuncio di Drusilla Foer co-conduttrice per una sera del Festival di Sanremo 2022 e già abbiamo letto di tutto.
Il Tempo, sul suo sito on line, l’ha definita “un travestito”, così come Il Secolo d’Italia, che ha scritto di “un travestito sponsorizzato dalla sinistra e da Luxuria”. E se via AdnKronos Mario Adinolfi ha sorprendentemente espresso “personale ammirazione per la figura di Drusilla Foer che è un personaggio sofisticato, intelligente e mai volgare“, il senatore leghista Simone Pillon ha questa mattina trovato tempo e modo di abbracciare l’argomento, parlando di un Sanremo come “ampiamente previsto” sempre più LGBT: “è stata assegnata la quota gender-inclusive già nella fase di scelta dei conduttori”. Non una parola diretta ed esplicita su Drusilla Foer, strano a dirsi, ma una richiesta specifica da parte del senatore: “non si potrebbe avere tra i co-presentatori un normale papà (uno eh, non due), e magari di ispirazione conservatrice? Sarebbe un bel segnale, se non altro a tutela delle specie a rischio estinzione televisiva”.
Un papà “conservatore” co-presentatore del Festival di Sanremo? Proposta che oscilla tra il surreale, la provocazione, la derisione di richiamo e la bizzarria, come se a salire sul palco dell’Ariston fossero delle bandierine, delle etichette, uomini e donne con cartelli annessi che conteggiano numero di figli, esplicitano lo stato civile e l’appartenenza politica. A replicare a Pillon c’ha pensato Tommaso Zorzi, via Instagram, con un commento diretto su Facebook: “Ma io perché mi devo svegliare e leggere la tua diarrea verbale?”. Successivamente, su Instagram, la puntualizzazione: “Ho Facebook solo per leggere le minchiate di Pillon”.
Nel frattempo su LInkiesta anche Guia Soncini ha parlato di una “travestita” alla conduzione, nei confronti di Drusilla Foer, strepitosa e raffinata nobildonna ideata, pensata, e inventata dalla mente di Gianluca Gori, il suo alter ego. “Il guaio è che c’è un mondo dove accadono le cose normali, tipo guardare Sanremo, e in quel mondo lì voi dovrete spiegare a vostra zia che c’è la signora Coriandoli in quota femminile, è per questo risultato che all’università ha fatto (vostra zia, non la signora Coriandoli) tante battaglie femministe“, scrive l’Avvelenata Soncini, a meno di 3 settimane da un Festival che vedrà Drusilla protagonista giovedì 3 febbraio.
Quella sarà la sua serata, con l’Ariston ai suoi piedi e una sterminata platea televisiva pronta a scoprirla, conoscerla, ammirarla, apprezzandone l’eleganza, l’intelligenza, l’ironia. Ma fino ad allora, aspettiamoci di leggere di tutto.
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