Il PD riparte dai diritti. Con l’elezione di Elly Schlein, prima donna a guida del Partito Democratico, è in atto la rinascita di un’opposizione vigorosa verso il governo Meloni. La sinistra di Schlein chiede a gran voce maggiori diritti e tutele per le minoranze, a partire dalla comunità LGBTQIA+.
Si parla di matrimonio egualitario e di una nuova regolamentazione contro le discriminazioni, nonché del riconoscimento delle famiglie omogenitoriali.
In un Italia che oggi si trova a fare i conti con una destra che va in direzione ostinata e contraria, il PD di Schlein è pronto finalmente a darle il filo da torcere. Ne ha parlato Alessandro Zan in un intervista a Repubblica.
“Per il Pd la piena uguaglianza tra le persone è un tema centrale, in quanto base ed essenza della cittadinanza. La novità di Elly Schlein e del Pd è l’intersezione tra diritti civili, sociali e ambientali come diritti della persona” spiega Zan, descrivendo anche il futuro di un PD europeo, che spinge per adeguarsi agli standard dell’UE in materia di diritti.
Battaglie nuove seppur vecchie: si parla di ripresentare diverse proposte bocciate in passato con un respiro più moderno e determinato.
“Lo Ius soli, per riconoscere finalmente la cittadinanza ai ragazzi figli di immigrati che nascono e studiano nel nostro Paese e che di fatto sono pienamente italiani. Una legge moderna ed efficace contro i crimini d’odio, che ci allinei ai grandi Paesi occidentali e non agli amici di Visegrad di Meloni e Salvini. Una legge sul fine vita. Ma non ci fermiamo qui. L’Italia è riuscita a approvare solo la legge sulle unioni civili, 7 anni fa”.
Sì, perché se recentemente Meloni ha chiesto alla comunità LGBTQIA+ di “farsi bastare” le unioni civili, la sinistra non ci sta.
“È una legge comunque discriminatoria, perché per le coppie eterosessuali è possibile il matrimonio che per quelle omosessuali è vietato. Va eliminata questa disparità di trattamento e ci batteremo per il matrimonio egualitario. Lo Stato non può più tollerare famiglie di serie A e di serie B”.
E per quanto riguarda le famiglie arcobaleno, si torna a parlare di stepchild adoption, una legge che andrebbe finalmente a fornire maggiori tutele ai figli di coppie dello stesso sesso.
“Tante famiglie con genitori dello stesso sesso devono ancora ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli. Ricordo che pesano sul Parlamento molte sentenze della Corte costituzionale (ad esempio, le numero 32 e 33 del 2021) che segnalano non solo una vera e propria discriminazione verso i figli delle coppie omogenitoriali, ma anche una inerzia del legislatore che è causa di questa discriminazione. Serve un cambio di passo forte della politica e il Pd è pronto a farsene carico”.
Attualmente, l’Unione Europea sta considerando la possibilità di imporre a tutti gli stati membri un regolamento comune già esistente sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. A breve, l’Italia dovrà esprimersi in merito.
“Il regolamento Ue indica che due madri e due padri devono essere considerati tali in tutti gli stati dell’Unione, un provvedimento di civiltà e buon senso, presentato con orgoglio dalla stessa Ursula Von der Leyen, non di certo un’estremista di sinistra, ma il vertice dei popolari e quindi del centro destra in Europa. Questo per dire che sui diritti è la destra italiana a essere retrograda e reazionaria, con posizioni alla Orban e non certo delle destre dei paesi europei più avanzati. Peccato che Forza Italia, che sta nel Ppe, su questo si allinei ai sovranisti. Faremo una dura battaglia”.
E, in merito all’istanza secondo la quale l’introduzione di una maggiore tutela per le famiglie omogenitoriali andrebbe a spianare la strada alla gestazione per altri, Zan spiega come questa sia l’ennesima mistificazione da parte di una destra che punta alla “pancia” del suo elettorato.
“Bisogna legiferare sempre nel superiore interesse del minore come stabilisce la convenzione Onu dei diritti dell’infanzia. Si chiede semplicemente agli Stati Ue di considerare i genitori tali in tutti i Paesi. Esempio: se due madri adottive francesi venissero a vivere in Italia per motivi di lavoro, i loro figli non sarebbero considerati tali dal nostro Stato. È una vergogna che deve finire”.
Si parla poi della liberalizzazione della cannabis.
“Significherebbe dare un colpo mortale alla criminalità organizzata, contro un proibizionismo cieco che non vede la realtà. Non facciamo gerarchie ed errori del passato che finora non hanno portato ad alcun risultato”.
Zan parla poi di un PD finalmente compatto, che avrebbe superato la frammentazione causa, fino ad oggi, del progressivo indebolimento della sinistra in Italia.
“Queste battaglie erano anche nel programma di Stefano Bonaccini, conferma che, pur da approcci diversi, i diritti sono ormai considerati patrimonio comune da tutto il Pd. Una leadership di sinistra, progressista e moderna mette sempre al centro questi temi a prescindere da se. Ad esempio in Spagna Pedro Sanchez, un uomo sposato con una donna, ha appena annunciato un provvedimento epocale sulla parità di genere e sostenuto con forza e convinzione le nuove leggi a favore dei diritti Lgbtq+.”
E infine, il DDL Zan, un disegno di legge affossato nel 2021 e ad oggi osteggiato dalla maggioranza. Tuttavia, la battaglia non è ancora persa.
“Cercheremo l’alleanza di tutte le opposizioni, sfidando i finti liberali del centrodestra. La destra ha affossato quella legge e abbia allora il coraggio di dire che è anche contro la legge Mancino di cui il ddl Zan è il completamento”.
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