Passo importante per la Scozia e per la sua comunità LGBTQ+ che ha finalmente visto approvato il disegno di legge sulla riforma del riconoscimento di genere. Dopo un voto in Parlamento, il disegno di legge è stato ufficialmente approvato: è solo il primo step di una serie di emendamenti che andranno a comporre la vera e propria legge che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe vedersi attuata già a partire dall’inizio del prossimo anno.
La riforma è stata congiuntamente sostenuta dal Partito Nazionale Scozzese e dai Verdi Scozzesi, partito che fa parte del Partito Verde Europeo. La questione su cui fa leva la legge è l’autodeterminazione. Il processo burocratico che fino ad ora si è attuato in Scozia veniva definito dalla comunità transgender come un “problema burocratico”: l’iter è infatti dispendioso sia in termini di tempo e di denaro, comprendendo ancora la necessità di una certificazione medica e una psichiatrica, oltre a “vivere nel proprio genere” per almeno due anni. Per ottenere un nuovo documento era necessario attendere oltre un anno e veniva comunque rilasciato da un’istituzione medica.
Con le modifiche apportate dal disegno di legge, chiamato Gender Recognition Reform Act, si eliminerebbero il requisito medico e il panel di psicologi chiamati a fare la valutazione. Le persone trans*, inoltre, dovrebbero identificarsi nel nuovo genere solo per tre mesi e ottenere la certificazione di un giudice o di un notaio. Infine, il nuovo documento d’identità verrebbe finalmente emesso dal cancelliere generale e non dai medici.
Maggie Chapman, portavoce per l’uguaglianza dei Verdi Scozzesi, lo ha definito un passo cruciale: «L’autodeterminazione è una riforma cruciale. È una parte fondamentale dell’accordo di Bute House che i Verdi scozzesi hanno negoziato con il governo scozzese. Ma è solo una parte del cambiamento che serve. Oggi abbiamo un grande debito con i nostri amici, colleghi, compagni e parenti trans* e non binari, coloro che hanno fatto campagne e spiegato, scritto, cantato, dipinto, marciato, pregato e creduto. Oggi è per voi».
«Nel corso di questa legislatura trasformeremo il modo in cui le persone trans* accedono e sperimentano l’assistenza sanitaria. E introdurremo un divieto totale delle pratiche di conversione»
Il partito dei Verdi Scozzesi intende quindi andare ancora più a fondo sui diritti trans*, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza sanitaria che è un aspetto fondamentale per le persone transgender in fase di transizione. La questione delle terapie di conversione, d’altronde è un tema sempre caldo nel Regno Unito. In Inghilterra il governo di Boris Johnson era stato aspramente criticato per non aver preso provvedimenti a riguardo e ora la Scozia potrebbe finalmente fare l’ambito passo di vietarle completamente.
Ancora più incredibile, poi, la schiacciante maggioranza con cui il disegno di legge è stato approvato: 88 voti favorevoli, 33 contrari e solo 4 astenuti. A favore della riforma i Verdi Scozzesi, i LibDems (Liberali-Democratici) e anche 21 ministri laburisti. Una chiara e inoppugnabile vittoria che, per molti, è il segno dell’inizio del vero cambiamento in Scozia. Anche Colin Macfarlane, direttore delle Nazioni a Stonewall, ha affermato che il disegno di legge che ha superato la prima fase è stata una “pietra miliare” nel viaggio della Scozia per demedicalizzare il processo di riconoscimento del genere.
«La riforma del Gender Recognition Act renderà più facile ottenere quel pezzo di carta che dice chi sei e ottenerlo in modo dignitoso e accettabile»
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.