Ogni anno, il 20 novembre è dedicato a tutte le persone transgender, vittime dell’odio transfobico.
Un odio che non si arresta, ma che aumenta di anno in anno, secondo i dati riportati. Il TDoR, il Transgender Day of Remembrance, è una commemorazione istituita il 20 novembre 1999 e da 19 anni viene celebrata in moltissime città di tutto il mondo, anche in Italia. A Roma, il TDoR commemora Andrea Olivero (una donna transessuale uccisa a bastonate a Roma Termini il 27 luglio 2013), con una manifestazione che dalla stazione Termini arriva alla Gay Street, in via San Giovanni in Laterano. A Torino, invece, viene organizzata ogni anno la Trans Freedom March. Quest’anno, si è tenuta sabato 17 novembre.
Il TDor e Rita Hester
Il TDoR è dedicato a Rita Hester, una donna transgender uccisa il 29 novembre 1998, a Boston. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, Rita Hester viene vista l’ultima volta uscire dal locale Jacques, assieme a due persone. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, un vicino chiama la Polizia per dei rumori sospetti e quando gli agenti entrano nell’appartamento della donna la trovano in fin di vita, accoltellata. Morirà dopo pochi minuti.
Ma Rita morirà due volte: la prima per le ferite riportate, la seconda per come venne trattata dai giornali. Tutti i media parlarono di lei al maschile, tralasciando il suo essere transgender. Erano gli anni ’90, e la scarsa informazione portava a errori del genere molti giornalisti. Per tutti, quindi, era un uomo morto assassinato. Ai familiari e agli amici, rimase solo il ricordo di Rita. I responsabili non furono mai arrestati, ma le indagini supposero fossero stati dei conoscenti, in quanto non mancava nulla nell’appartamento e non c’erano indizi su un’eventuale colluttazione.
Le vittime di transfobia nel mondo
Il Trans Murder Monitoring (TMM) riporta le vittime di transfobia nel corso dell’ultimo anno. Dal 1 ottobre 2017 al 30 settembre 2018, gli omicidi di persone tran sono stati 369, con un aumento di 44 casi rispetto allo scorso anno. I dati fanno riflettere sull’odio manifestato, in particolare nei Paesi dove i casi superano il centinaio:
- 167 casi in Brasile
- 71 casi in Messico
- 28 casi negli Stati Uniti
- 21 casi in Colombia
- 18 casi in Asia (nel complesso)
- 9 casi in Argentina
- 6 casi in Venezuela
- 3 casi in Africa
- 2 casi in Nuova Zelanda (Oceania)
in Europa, le vittime sono 16, così suddivise:
- 7 casi in Turchia
- 5 casi in Italia
- 2 casi in Francia
- 1 caso in Spagna
- 1 caso in Regno Unito
L’85% delle vittime sono native americane o comunque persone di colore, e il 65% delle vittime europee erano migranti. Nella magior parte dei casi, il movente riconducibile all’odio transfobico viene posto in secondo piano, dando precedenza per un’eventuale accusa al razzismo, sessismo, xenofobia o altre discriminazioni.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Mi viene da pensare che le vittime afroamericane e native americane siano state picchiate da altri afroamericani e nativi americani, a giudicare dalle percentuali.