Milano – Tom Ford è l’uomo dei sogni di gran parte della comunità gay… mondiale! E, senza dubbio, lo sarà anche di una larga fetta di popolazione femminile. Siamo spiacenti però, care amiche, ma vogliamo ricordarvi che è gay, quindi buttate giù gli occhi, non è roba per voi! Le sue caratteristiche fisiche lo rendono un bocconcino appetibile per varie di tipologie di maschio omosessuale. Tom può piacere sia alla cula sfranta sia al gay fighetto, come a quello ruspante, ma anche all’amante del genere orsacchiotto o muscle bear, insomma, il suo range – beato lui! – è molto ampio. Se poi alla bonaggine aggiungiamo che è anche elegante, ricco, famoso, stilista nonché regista di successo, chi non vorrebbe sposarlo… domani?
Sicuramente non sarà impresa facile portarlo “all’altare” e strappargli un sì, in compenso sarà possibile avvistarlo in città, e magari riuscire a rubargli un sorriso, un autografo, una stretta di mano. La caccia è aperta, cari amici gay milanesi. Tom sarà in città per tutta la giornata di lunedì 11 gennaio. Ecco il suo programma: alle ore 13.30 sarà a Palazzo Marino, in Sala Alessi, dove il Sindaco Letizia Moratti, insieme all’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, gli consegnerà a una targa onorifica in occasione dell’uscita del film A Single Man, che sarà nelle sale italiane dal 15 gennaio. La stessa sera alle ore 20.30, al cinema Colosseo in viale Montenero, si terrà un’anteprima del film per alcuni selezionatissimi ospiti.
L’attesissimo film di Tom Ford, vincitore del Queer Lion 2009 alla scorsa mostra del cinema di Venezia, è un adattamento dal romanzo Un Uomo Solo di Christopher Isherwood. La storia è ambientata nella Los Angeles dei primi anni sessanta, in piena guerra fredda, e ruota attorno alla vita di un professore cinquantaduenne gay (Colin Firth) che ha da poco perso il compagno con cui stava da anni: cercherà di continuare con la propria vita, con l’aiuto di una amica (Julianne Moore) e la scoperta di un nuovo amore (Nicholas Hoult). Nel cast anche Matthew Goode, Lee Pace e Ginnifer Goodwin.
di Francesco Belais