Se in Italia arriverà il 16 dicembre prossimo, House of Gucci è già uscito nei cinema d’America, incassando 21,832,755 dollari in 5 giorni, dopo esserne costati 75. Critica divisa dinanzi all’ultimo film di Ridley Scott, con un 61% di recensioni positive su Rotten, tra stroncature e applausi.
Tom Ford, che ha riportato in auge Gucci nei primi anni ’90, ha visto e recensito il film per Air Mail, esplicitando in parte il proprio dissenso critico. Quando Maurizio Gucci venne ucciso, nel 1995, Ford era direttore creativo della maison. Chi se non lui, in conclusione, per commentare quando realizzato da Scott, che ha ricreato un’era, gli anni ’90 della moda milanese, modellando personaggi realmente esistiti?
Ford, che nel film è interpretato da Reeve Carney, ha rivelato di essere “sopravvissuto alle 2 ore e mezza di House of Gucci“, paragonato ad un “uragano“. Tom non ha del tutto capito se ha assistito ad “una farsa” o ad “un appassionante racconto sull’avidità“, paragonando la pellicola alla “soap opera Dynasty, ma con un budget molto più grande”. “Ho spesso riso a crepapelle, ma non dovevo forse farlo? Nella realtà questa storia è a volte assurda, ma pur sempre tragica“.
“Non sono ancora del tutto sicuro di cosa sia esattamente“, ha continuato Ford, poco convinto da alcune interpretazioni. “Ogni volta che Al Pacino e Jared Leto apparivano sullo schermo nei panni di Aldo e Paolo Gucci, mi sembrava di assistere a una puntata del Saturday Night Live. Certe licenze concesse loro sono state davvero esagerate! La brillantezza di Leto come attore è letteralmente sepolta sotto le protesi in lattice. Paolo, che ho incontrato in diverse occasioni, era davvero eccentrico e faceva alcune cose stravaganti, ma il suo comportamento generale non era certamente come quello del personaggio pazzo e apparentemente mentalmente instabile interpretato Leto“, scrive lo stilista, da anni anche acclamato regista.
Ford scrive poi che “a causa delle dimensioni del cast e del potere delle sue star, la sceneggiatura è alla mercé nel servirli. Si sente che alcuni ruoli sono stati ampliati semplicemente per attrarre e poi per placare le sue stelle. Man mano che il tempo scorre, gli spettatori sono soggetti a scene inutili e talvolta confuse che sembrano esistere esclusivamente allo scopo di consentire agli attori principali di “recitare“.
Il regista applaude invece Salma Hayek nei panni di Giuseppina Auriemma (“fantastica”), Jeremy Irons in quelli di Rodolfo Gucci (“perché sobrio e distinto”) e soprattutto Lady Gaga negli abiti di Patrizia Reggiani, in odore di nomination agli Oscar. “La vera star del film è Gaga, che ruba la scena a tutti quanti. Nella sua performance spesso ai limiti dell’esagerazione come Patrizia Gucci, il suo accento fa la spola tra Milano e Mosca ma chi se ne importa? È stata bravissima. Riesce a dominare qualsiasi frame in cui compaia! Tutto il resto passa in secondo piano!“.
Un film che ha scosso Tom Ford, tanto dall’averlo faticosamente digerito: “Dopo la visione del film, sono stato triste per una settimana. Reazione che credo possa essere provata solo dalle persone che conoscevano realmente i personaggi raccontati sullo schermo. Per me è stato davvero difficile assistere a questo spettacolo camp e umoristico nei confonti di qualcosa che è stato così sanguinoso. Nella vita reale, niente di tutto questo era camp. La realtà è stata terribile e tragica, a volte assurda ma non ironica“. “È difficile per me separare la realtà dalla soap opera patinata e pesantemente laccata a cui ho assistito sullo schermo“.
In qualità di regista Tom Ford ha diretto due film. A Single Man, Queer Lion a Venezia 2009, e Animali Notturni, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a Venezia 2016.
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