Finalmente ci siamo. Esce oggi su FX la prima attesissima puntata di Feud: Capote Vs. The Swans, seconda stagione antologica firmata Ryan Murphy tratta dal bestseller “Capote’s Women: A True Story of Love, Betrayal, and a Swan Song for an Era” di Laurence Leamer. Negli abiti del leggendario scrittore Tom Hollander, lo scorso anno splendido ‘cattivo gay’ in The White Lotus 2 e qui ancora una volta negli abiti di un personaggio omosessuale.
Intervistato da Vanity Fair, il 56enne attore ha spiegato cosa significhi per lui essere scelto quasi sempre per interpretare personaggi omosessuali.
“La gente continua a chiedermi di farlo perché a quanto pare quando interpreto questi personaggi sono credibile. E in un certo senso il mio lavoro inizia e finisce lì”. “Se le persone non ti credono quando ti guardano, è la cosa più difficile del mondo, se non funziona. Se funziona invece, allora funziona. Per qualche ragione, chi sono, chi sono come persona mi permette di presentarmi come gay. Sì, a volte mi presento come gay. Voglio dire, l’ho sempre fatto, quindi. Anche come persona? Lo faccio, sì”. “Sono qualcuno che entra in una stanza, se ci sono altre persone che camminano nella stanza, e tu dici: ‘Beh, non sono gay’ oppure ‘Sono gay’. La mia sessualità è sufficientemente liberale da aver compreso tante esperienze diverse, che non riguardano gli altri.”
Hollander ha sottolineato poi come ritenga importante che gli attori che sono stati tradizionalmente emarginati abbiano ora la possibilità di interpretare ruoli grandi e importanti, ma non crede che dovremmo sacrificare “quella sorta di principio fondamentale di base secondo cui gli attori sono in grado di interpretare cose che necessariamente non sono”. “Se il corpo di un attore è la sua tela, il mio corpo è il mio strumento – il pittore usa una tela, l’attore usa il proprio corpo – quindi all’interno di quella definizione di recitazione, deve esserci la possibilità di trasformazione”. “E a volte il lavoro creativo più interessante arriva quando qualcuno che non è qualcosa si scontra con questo, ed è proprio la sua vivacità – l’unione di quelle due anime che lo rende interessante”.
Da sempre gay dichiarato, e diventato famoso grazie al ruolo di lord Cutler Beckett nella saga Pirati dei Caraibi, Hollander ha aggiunto.
“Certamente non ho vissuto la vita che dovevano vivere gli uomini gay di un tempo. Non ho vissuto quelle difficoltà. Non ho dovuto vivere nell’ombra e non ho avuto la minaccia di finire in prigione per aver espresso la mia sessualità”. “Come attore, devi essere in grado di immaginare qualcosa e farlo con serietà, prenderlo sul serio, avvicinarti con una sorta di solennità e plausibilità, e poi con fantasia metterti nei suoi panni. Ecco di cosa si tratta. Voglio dire, è vero per interpretare qualsiasi parte. Raramente giochi con te stesso. Fingi sempre di essere qualcosa che non sei. Questo riguarda qualsiasi attore”.
Nel corso degli anni Tom è stato Mr. Collins nell’adattamento cinematografico di Joe Wright di Orgoglio e pregiudizio, George Etherege in The Libertine, Anthony Meredith in Gosford Park, Sir Amyas Paulet in Elizabeth: The Golden Age, il colonnello Heinz Brandt in Operazione Valchiria, l’avvocato e manager Jim Beach in Bohemian Rhapsody. Nella stragrande maggioranza dei casi personaggi subdoli, villain.
Con Feud: Capote vs. The Swans punta ora alla stagione 2025 dei premi televisivi, Emmy in testa, interpretando lo scrittore Truman Capote, passato alla storia per essersi circondato di un gruppo di donne tra le più elitarie della società – ricche e affascinanti mondane che definivano un’epoca passata dell’alta società newyorkese – da lui soprannominate “i cigni”. Incantato e affascinato da queste nobildonne, Capote si ingraziò le loro vite, facendo amicizia con loro e diventando il loro confidente, per poi tradirle scrivendo una romanzatura poco velata delle loro vite, esponendo i loro segreti più intimi. Quando un estratto del libro, Answered Prayers, l’opera magna progettata da Capote, fu pubblicato su Esquire, distrusse di fatto il suo rapporto con i cigni, lo bandì dall’alta società che tanto amava e lo fece precipitare in una spirale di autodistruzione dalla quale non si sarebbe più ripreso. La serie limitata culmina con la morte di Capote, nel 1984.
Jon Robin Baitz, candidato a Tony e Pulitzer, ha adattato il libro per lo schermo e ha scritto tutti gli otto episodi. Il regista candidato all’Oscar Gus Van Sant, regista di Milk e Belli e Dannati, Palma d’oro e premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2003 con Elephant e Premio del 60º anniversario al Festival di Cannes 2007 per Paranoid Park, ha diretto l’intera serie, che arriverà in Italia su Disney+.
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