La 96esima edizione degli Academy Awards si terrà il 10 marzo 2024, con Jimmy Kimmel presentatore. Il 21 dicembre verranno annunciate le shortlists, mentre il 23 gennaio saranno svelate le candidature ufficiali. Dal 22 al 27 febbraio i membri Academy saranno chiamati ad esprimere il loro voto.
Ebbene gli Oscar del 2024 potrebbero scrivere un pezzo di storia, grazie a non poche candidature LGBTQIA+. Basti pensare che l’ultimo attore dichiaratamente gay ad essere nominato è stato Ian McKellen, nel 2002.
Abbiamo provato a stilare alcune ipotesi.
Miglior attrice protagonista: Trace Lysette in ‘Monica’
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2022 Monica di Andrea Pallaoro è uscito nei cinema d’America lo scorso maggio. Il film ha come protagonista la luminosa Trace Lysette negli abiti di una donna trans che torna a casa per prendersi cura della madre malata, che l’aveva cacciata di casa proprio perché donna trans. Se venisse nominata, Trace Lysette farebbe la storia in quando prima attrice trans a riuscire nell’impresa.
Miglior attore protagonista: Colman Domingo in ‘Rustin’
Provare a ripetere il miracolo di Milk, che portò Sean Penn al suo 2° trionfo Academy. Colman Domingo ha abbracciato la prova recitativa della vita interpretando Bayard Rustin, tra i più grandi e meno conosciuti attivisti al mondo che ha sfidato l’autorità senza mai vergognarsi di chi fosse, delle sue convinzioni o dei suoi desideri. E non si è mai arreso. Organizzatore della cruciale marcia a Washington del 1963, Rustin ha fatto la storia e in cambio la storia si è dimenticata di lui.
Miglior attore protagonista: Andrew Scott in ‘Estranei – All of Us Strangers’
È una storia di fantasmi, di parole mai dette, di abbracci mai dati, di confessioni mai espresse, di addii mai elaborati, di richieste d’aiuto mai esplicitate o colte, di coming out mai fatti, quella trainata da quattro attori in stato di grazia. Andrew Scott non è mai stato tanto bravo, dopo decenni d’attesa al cospetto del ruolo di una vita, indossato straordinariamente. Il suo Adam, così problematico e misterioso, così gentile e malinconico, silenzioso e spaventato, ha mille sfaccettature che Scott riesce perfettamente a rendere credibili. Haigh gli ha costruito l’intero film addosso, senza mai mollarlo un attimo, concentrandosi sui lineamenti, sui piccoli particolari, sulle sfumature di un personaggio complesso e al testo stesso affascinante.
Miglior attore non protagonista: Colman Domingo in ‘Il Colore Viola’
Non solo Rustin. Colman Domingo potrebbe fare doppietta di nomination grazie alla versione musical di Il Colore Viola, dove interpreta il violento Mister. Il film diretto da Blitz Bazawule, in cui la storia lesbica tra le due donne protagoniste verrà finalmente alla luce adattando fedelmente il romanzo originale, racconta la straordinaria storia di amicizia e fratellanza di tre donne che condividono un legame indissolubile.
Miglior attrice non protagonista: Jodie Foster in ‘Nyad’
Nel bel biopic Netflix di Diana Nyad, interpretata da una grandiosa Annette Bening, troviamo anche Jodie Foster nei panni della migliore amica di Nyad, Bonnie Stoll. Foster è splendida nell’interpretare un’istruttrice di nuoto di 60 anni, dando così vita ad uno dei personaggi lesbici più apprezzati degli ultimi tempi. Vinte due statuette, Jodie Foster punta al tris.
Miglior regista: Todd Haynes per ‘May December’
20 anni fa candidato agli Oscar per la sceneggiatura di Lontano dal Paradiso, Todd Haynes punta finalmente al bis grazie a ‘May December’, interpretato da Julianne Moore, Natalie Portman e Charles Melton. In uscita in Italia a maggio, May December ruota attorno ad una una coppia sposata che dopo 20 anni di nozze vacilla sotto la pressione dei media, quando un’attrice arriva per fare ricerche per un film sul loro passato…
Miglior regista e miglior film: George Costello Wolfe con ‘Rustin’
Già regista di Ma Rainey’s Black Bottom e da sempre gay dichiarato, George C. Wolfe è sbarcato su Netflix con il biopic dedicato all’attivista Bayard Rustin, raccontando al mondo il suo contributo all’organizzazione della grande marcia su Washington del 1963.
Miglior sceneggiatura originale: Dustin Lance Black per ‘Rustin’
Già premio Oscar grazie allo script di Milk, Dustin Lance Black, marito di Tom Daley, guarda ora alla sua seconda candidatura dopo 15 anni con Rustin, in cui ha raccontato la storia di un altro straordinario attivista LGBTQIA+ d’America, ai più sconosciuto.
Miglior sceneggiatura originale: Emma Seligman per ‘Bottoms’
Al suo secondo film dopo Shiva Baby, Emma Seligman ha sbancato i cinema d’America grazie a Bottoms, pazza commedia queer arrivata in Italia direttamente su Prime Video. Protagoniste due ragazze impopolari dell’ultimo anno delle superiori che fondano un club di lotta per impressionare e conquistare le cheerleader. E il loro assurdo piano funziona! Film scritto da Seligman insieme a Rachel Sennott.
Miglior film d’animazione: ‘Nimona’
Nimona di Nick Bruno e Troy Quane è uno dei migliori film dell’anno. È difficile realizzare un titolo con un messaggio così potente e urgente come quello di Nimona e renderlo tanto creativo e originale. Quando Ballister Cuoreardito (Riz Ahmed), cavaliere di un futuristico mondo medievale, è incolpato ingiustamente per un crimine che non ha commesso, l’unica persona che può aiutarlo a provare la sua innocenza è Nimona (Chloë Grace Moretz), adolescente dispettosa amante del caos e una delle creature mutaforma che lo stesso guerriero è stato addestrato a distruggere. Ma con l’intero regno contro di lui, Nimona è la migliore (o forse l’unica) alleata su cui Ballister può contare. E mentre i ruoli tra eroi, cattivi e mostri iniziano a confondersi, i due protagonisti sono determinati a portare scompiglio: Ballister per dimostrare la propria innocenza una volta per tutte e Nimona per… portare solo scompiglio.
Miglior canzone originale: Camp Isn’t Home da ‘Theater Camp’
Theatre Camp è stato uno dei successi dell’estate americana, con questa canzone del musical nel musical che meritebbe di essere riconosciuta dall’Academy. Canzone che bilancia perfettamente umorismo e sentimenti, “Camp Isn’t Home” è cantata da Noah Galvin, Luke Islam, Madisen Lora, Alexander Bello, Molly Gordon, Jack Sobolewski, Donovan Colan, Kyndra Sanchez, Bailee Bonick e Quinn Titcomb.
Miglior cortometraggio d’animazione: ‘Pete’
Impossibile non innamorarsi di questo cortometraggio su unə ragazzə non conforme al genere che vuole solo giocare a baseball ed essere se stessə.
Miglior corto: ‘Le Variabili Indipendenti‘
Lorenzo Tardella è l’italiano che potrebbe strappare una candidatura agli Oscar per il miglior corto con Le Variabili Dipendenti, come avvenuto nel 2023 ad Alice Rohrwacher e al suo corto Le Pupille. Quando finisce l’infanzia? E cosa significa veramente l’intimità? Queste le domande che si è posto Tardella, con protagonisti Pietro e Tommaso, giovanissimi che sono alle porte dell’adolescenza. Si conoscono nel palchetto di un teatro, mentre le note di Vivaldi risuonano intorno a loro. Si scrutano, si guardano, si sorridono, e scatta un primo bacio. O è forse altro? Quello stesso pomeriggio, circondati dal silenzio delle pareti di casa, cercheranno di scoprirlo…
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