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Torino: confermata espulsione di un marocchino omosessuale

Per il giudice di pace torinese dovrebbe “versare nel fondato timore di essere perseguitato”. Ma l’omosessualità in Marocco è reato e punibile anche con tre anni di prigione.

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TORINO – Niente da fare, Ahmed K. se ne dovrà tornare in Marocco. Il giudice di pace Alberto Polotti di Zumaglia ha respinto oggi il ricorso dell’uomo, che era arrivato clandestinamente in Italia nel 2005 e che era stato fermato a metà maggio durante un controllo. Il 41enne marocchino aveva presentato ricorso contro il decreto d’espulsione per timori di ritorsioni in patria a causa della sua omosessualità, che per l’articolo 489 del codice penale marocchino è illegale e può costare fino a tre anni di galera. Il giudice, evidentemente, non se ne preoccupa e prende una decisione esattamente contraria ad altre recenti di suoi colleghi, che avevano accolto le richieste di annullamento di espulsione.

Per Polotti di Zumaglia invece “occorre che lo straniero versi nel fondato timore di essere perseguitato in ragione delle proprie idee e della propria specifica situazione personale, e sussista al riguardo una precisa valutazione da parte dell’autorità di governo.” Per il giudice inoltre Ahmed “è entrato in Italia quando aveva almeno 39 anni senza dimostrare che per la sua asserita condizione abbia dovuto emigrare ben prima dal suo paese nel quale si deve perciò presumere che abbia vissuto normalmente per almeno un paio di decenni senza particolari persecuzioni.”

Il giudice ha preso la sua decisione di fronte a molti testimoni, tra i quali il compagno del marocchino. Essendo la loro relazione del tutto inesistente per lo Stato italiano non hanno, come coppia, alcun diritto. È facile immaginare il loro stato d’animo, il loro profondo sconforto ora che saranno costretti a separarsi. Se si fosse trattato di una coppia eterosessuale ogni problema sarebbe stato risolto. Ufficializzando la loro unione, tramite matrimonio, la persona extracomunitaria avrebbe ottenuto senza problemi il permesso di soggiorno. Addirittura, come stabilito dal Tribunale di Milano lo scorso febbraio, sono validi persino i matrimoni celebrati al telefono. Non parliamo poi di coloro che scelgono su cataloghi le giovani mogliettine da far venire in Italia dai paesi dell’est o asiatici. Nessun problema. Il foglio del matrimonio apre tutte le porte. Per altri, invece, come le coppie gay e lesbiche italiane, anche il solo basilare desiderio al poter stare insieme alla persona che si ama diventa un ostacolo insormontabile, quando c’è la diversa nazionalità.  (Roberto Taddeucci)

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