Una memoria a metà. Nel Giorno della Memoria, il Comune di Trieste ha negato la partecipazione alla cerimonia di commemorazione ad Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia, come denunciato pubblicamente dal suo presidente Andrea Tamaro.
La giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza ha fatto sapere che l’ingresso alla cerimonia in Risiera è solo su invito, che Arcigay non è nella mailing list e che la Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista situato sul suolo italiano dal 1965 dichiarato monumento nazionale, sarebbe aperta esclusivamente ad “autorità civili, militari e religiose” e alle “associazioni combattentistiche ed i componenti del Comitato per la Difesa dei Valori della Resistenza”.
Durissima la replica di Andrea Tamaro: «Evidentemente per il Comune di Trieste e chi prende tali decisioni, le autorità civili, militari e religiose sono più importanti delle e dei rappresentanti di una parte delle vittime dello sterminio nazista». «Le persone LGBTI+ nel 2022 continuano ad essere discriminate, perseguitate e uccise in Italia e nel mondo, come tante altre minoranze. E a Trieste, nel 2022, alle persone LGBTI+ e alle altre minoranze che furono uccise insieme alle persone ebree nei campi di sterminio viene negato dalla politica al potere nella città un semplice atto di decenza: permettere la partecipazione di una singola persona per ogni minoranza perseguitata dai nazisti e fascisti».
Dal Comune hanno fatto sapere che per la cerimonia in Risiera per la Giornata della Memoria di quest’anno la partecipazione è stata contingentata causa COVID, con l’invito ristretto a pochi partecipanti. “Arcigay escluso? Non si dica questa frase, non è così, non deve passare il messaggio che ci siano delle esclusioni mirate. Per via della pandemia sono state invece coinvolte il minimo possibile delle delegazioni ufficiali“, ha replicato a Dire il sindaco Roberto Dipiazza. “Abbiamo solo applicato il regolamento. Quindi non sono state invitate tantissime associazioni, come, per esempio, neppure il comandante della Polizia locale”. “Se ora dovessimo richiamare un’associazione, dovremmo richiamarle tutte. Non è possibile, sarebbe un delirio“.
“In Risiera, con tutte le misure previste e nel vasto piazzale tristemente noto, veramente non è possibile invitare poche persone, coloro che ricordano, oltre i triangoli gialli della Stella di David, anche i triangoli rosa, neri, marroni, viola, blu, …?“, ha ribattuto Tamaro. “Negare l’accesso ad un Monumento Nazionale in un giorno così rilevante per la coscienza civile e storica di uno Stato e di chi lo abita, in un giorno di preservazione della memoria della Shoah contro ogni negazionismo, lascia veramente perplessi. In Risiera, 17 anni fa, Arcigay Arcobaleno si impegnò a far inserire una targa in memoria delle vittime gay e lesbiche del nazifascismo e contro tutte le discriminazioni. In questi anni di revisionismo storico sempre più forte, chiediamo che si rispetti la Memoria di tutte le vittime del nazifascismo, dei milioni di ebrei, dei milioni di tutte le altre minoranze. Una memoria di fatto e con i fatti e non solo per convenienza politica o obbligo istituzionale“.
Ma se il Comune di Trieste ha negato la presenza di Arcigay, una piccola delegazione di persone LGBTI+ si recherà comunque davanti alla Risiera, in ricordo delle vittime dei campi di sterminio nazifascisti. Sabato 29 gennaio alle ore 16, inoltre, Arcigay ha organizzato una manifestazione aperta a tutta la cittadinanza e alle realtà associetive, per parlare di diritti umani negati, di strisciante negazionismo, di giovani che invitano un coetaneo ebreo a finire nel forno: “a questo punto siamo arrivati con una costante deumanizzazione e alimentazione della paura, portata avanti scientemente da molte forze politiche“. Luogo ancora da definire.
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