C’è una teoria, riportata da alcuni studi americani, secondo la quale il desiderio di appagare gli impulsi sessuali è uno dei motori per lo sviluppo tecnologico della civiltà moderna, in particolare per quel che riguarda i mezzi di comunicazione. In effetti, anche se questo pensiero fa storcere il naso ai benpensanti, è molto difficile immaginare una simile diffusione di internet se non fosse stata in grado di moltiplicare a dismisura le opportunità di questo tipo. Sempre secondo la suddetta teoria sarebbero proprio le minoranze sessuali, che generalmente hanno una maggiore esigenza di uscire dall’isolamento e di entrare in contatto con i loro simili, ad avere un ruolo determinante in questa evoluzione. In effetti basterebbe confrontare la vita di un ventenne omosessuale di oggi con quella di un ventenne di una dozzina di anni fa per farsi un’idea di come le tecnologie abbiano rivoluzionato il modo di vivere gay.
Tuttavia, se da una parte tutto ciò può essere vero è anche vero che – indirettamente – le stesse tecnologie, stanno contribuendo a sdoganare l’omosessualità con una velocità impensabile fino a poco tempo fa. Curiosamente questa progressiva apertura nei confronti dell’omosessualità si sta manifestando a 360 gradi, dando inizio ad un progressivo mutamento del rapporto con la pornografia gay, e non solo da parte dei gay veri e propri. Se da una parte i porn performer che lavorano nell’industria classica dei video hanno un rapporto sempre più confidenziale col loro pubblico, dall’altra il settore amatoriale – che su internet si sta espandendo a dismisura – coinvolge sempre più spesso ragazzi etero o bisex per cui realizzare video hard non costituisce più un problema o qualcosa di cui vergognarsi. Se poi sono gay dichiarati e le loro "partecipazioni" vengono scoperte sul luogo di studio o lavoro, generalmente lo scandalo non è più rappresentato dai loro atti, ma dai loro datori di lavoro che prendono provvedimenti punitivi.
Esemplare il caso di Sam Handley, venticinquenne insegnante inglese di educazione fisica, gay dichiarato, che era stato allontanato dalla sua scuola perché è stato un dei modelli del sito englishlads.com e che – a seguito delle pressioni dell’opinione pubblica – è stato reintegrato. Tuttavia la pornografia online sta iniziando a infrangere dei tabù secolari, modificando alla radice la percezione dell’omosessualità, delle sue pratiche e – più in generale – del pubblico omosessuale. Questo fenomeno, che sta partendo dai paesi anglosassoni, sta portando un numero crescente di ragazzi eterosessuali ad esibirsi online per il pubblico gay e ad ammiccare ai suoi desideri in maniera giocosa. Attenzione: non stiamo parlando dei classici "gay for pay", gli etero che non si fanno problemi ad avere rapporti gay sotto compenso, ma di una nuova categoria di performers: gli "straight for gay".
Prendete un ragazzo etero, che sia socievole, carino (o magari bello da far paura) ed esibizionista quanto basta, mettetelo in compagnia di altri ragazzi come lui e spiegate loro che verranno ripresi in diretta per un sito che interagisce col pubblico gay, poi lasciate che la natura faccia il suo corso. Avrete siti come dudedorm.com (vero precursore del genere), straightcollegemen.com e, soprattutto, fratpad.tv: un vero e proprio reality show (giunto alla sesta stagione) incentrato su ragazzi etero che si divertono un mondo ad appagare i desideri voyeuristici del loro pubblico gay, al quale non fanno mancare veramente nulla. Docce e bagni in comune, nudismo, strusciamenti, ostentazione innocente, giochi erotici, autoerotismo e quant’altro, ma senza mai andare oltre al gioco, al clima da spogliatoio, alla provocazione, alla stimolazione reciproca o alla penitenza imbarazzante. I ragazzi che in questo tipo di siti osano qualcosa di più lo fanno raramente, e comunque lo fanno per sperimentare e non perché gli viene imposto tassativamente.
Una sorta di omofobia al contrario che, compensi a parte, i ragazzi coinvolti si divertono tanto a praticare perché, paradossalmente, sono talmente sicuri della loro eterosessualità e del loro rapporto con l’omosessualità (e gli omosessuali) da non farsi alcun problema a scherzarci e a giocarci sopra in un clima totalmente goliardico. Il che, in effetti, potrebbe confermare che dietro ad un atteggiamento omofobo, o addirittura dietro una società tendenzialmente omofoba, c’è proprio un profondo disagio a rapportarsi con sé stessi e con le proprie insicurezze, ma soprattutto la paura di mettere concretamente alla prova la propria eterosessualità come fanno gli straight for gay di ultima generazione.
di Valeriano Elfodiluce
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