NEW YORK – Dopo gli eroi, New York cerca ora un santo protettore per le 2.823 vittime dell’11 settembre e per tutti i newyorchesi rimasti segnati dalla strage del World Trade Center. Dalla città americana parte un movimento che punta a portare in Vaticano la causa di beatificazione di un frate francescano, controverso perchè noto come gay, padre Mychal Judge, il cappellano dei pompieri morto come era sempre vissuto: in prima linea, con in testa il casco da vigile del fuoco.
Padre Mychal, 68 anni, negli archivi ufficiali della polizia è rimasto schedato come ‘vittima 0001’ dell’11 settembre, il primo morto accertato del giorno che ha cambiato l’America.
Stava dando l’ estrema unzione ad una vittima precipitata da centinaia di metri, quando il crollo della prima torre lo ha ucciso. I pompieri caricarono il suo cadavere su una sedia e lo deposero sull’altare di St.Peter, la più antica chiesa cattolica di Manhattan, a due passi da quello che oggi è Ground Zero. Il casco ammaccato del frate è stato donato qualche settimana fa a Papa Giovanni Paolo II.
Per molti, compreso l’ex sindaco Rudolph Giuliani, quella di Judge è la figura di un martire. Un gruppo di sostenitori della beatificazione ha cominciato a raccogliere le testimonianze sulla vita e le opere del francescano e un sito Internet propone ora un ritratto di ‘Saint Mychal’ che viene ritenuto all’altezza dell’elevazione agli altari (www.saintmychal.com).
Ma il fascicolo che un giorno le autorità ecclesiastiche potrebbero trovarsi ad esaminare per decidere la beatificazione, è di quelli da suscitare imbarazzi e perplessità in Vaticano, come padre Judge li aveva sempre sollevati anche tra i suoi superiori a New York. La sua figura è quella di un ‘francescano newyorchese’, con tutte le contraddizioni e le complessità che la Grande Mela sembra trasmettere ai suoi figli prediletti.
Dopo la morte di padre Judge, è emerso pubblicamente che il sacerdote era gay, una circostanza che non era certo un segreto tra i suoi amici e all’interno del Fire Department. "Per me non era un problema – ha raccontato l’ex capo del dipartimento, Thomas Von Essen – sapevo della sua omosessualità e ho tenuto il segreto. Me lo aveva raccontato lui stesso quando era diventato il mio padre confessore, cinque anni fa". La comunità gay di Manhattan lo riteneva un’icona e il defunto cardinale John O’Connor si trovò più volte alle prese con la difficile ‘gestione’ di un frate così amato e nello stesso tempo complesso, che aderiva al movimento cattolico gay ‘Dignity’.
Padre Judge era anche un ex alcolizzato ed era diventato l’angelo custode degli alcolisti anonimi, dei malati di Aids, dei gruppi rock del Greenwich Village e di tutto un arcipelego di fedeli che ora ne chiedono la beatificazione. L’arcidiocesi di New York per il momento non si pronuncia, spiegando che trattandosi di un francescano tocca al suo Ordine, e non all’arcivescovo Edward Egan, prendere posizione sulla proposta di sostenere la causa per ‘Saint Mychal’.